Tasse, il 16 la città si ferma per protesta

La contestazione di Cialente: alla festa della Repubblica senza fascia tricolore
L'AQUILA. Si è presentato all'appuntamento senza indossare la fascia tricolore che ha tenuto, però, stretta tra le mani fino alla fine della cerimonia. Così il sindaco Massimo Cialente si è presentato ieri mattina, alla Villa Comunale, alle celebrazioni per l'anniversario della nascita della Repubblica. È stato il suo modo di protestare contro la manovra economica del governo «che non lascia alcuna speranza all'Aquila e ai comuni del cratere». Dal primo luglio, infatti, si tornerà a pagare tasse e tributi.
La proroga della sospensione dei pagamenti è prevista - fino al 15 dicembre - solo per i lavoratori autonomi il cui volume d'affari non supera i 200 mila euro. Nessun riferimento, nella manovra, alla restituzione di tasse e tributi finora sospesi. Nessun correttivo, così le scadenze restano quelle già fissate e fortemente contestate dalle popolazioni colpite dal terremoto. Ciò significa che dal primo luglio tutti saranno chiamati a restituire le somme non versate. Il tutto avverrà al 100% e in 60 rate, per quel che riguarda il 2009, mentre il 2010 dovrà essere saldato entro l'anno.
Una situazione insostenibile, tanto da spingere Cialente a minacciare le dimissioni da vice commissario per la ricostruzione. E il territorio a mobilitarsi per il diritto ad avere lo stesso trattamento a suo tempo riservato a Umbria e Marche. Lì la restituzione è iniziata 12 anni dopo il sisma, al 40% e in 120 rate. Ieri sera i cittadini riuniti in assemblea a piazza Duomo (presenti lo stesso Cialente e il parlamentare del Pd, Giovanni Lolli) hanno deciso di anticipare al 16 giugno la giornata di mobilitazione per spingere «Roma» ad accettare una piattaforma alternativa, e di ampio respiro, alle disposizioni dettate dal Governo per le zone colpite dal terremoto.
La manifestazione si terrà all'Aquila nel giorno (il 16) in cui la manovra economica passerà all'esame della commissione. L'obiettivo dei promotori dell'iniziativa, è quello di riaccendere i riflettori sulla tragedia dell'Aquila. «Un territorio che non può sopportare ulteriori discriminazioni ed elemosine» hanno via via ripetuto le persone presenti all'assemblea che hanno anche invocato, sempre per il 16, il ricorso allo sciopero generale e all'attuazione di iniziative eclatanti, quali il blocco dell'autostrada. Una protesta che dovrebbe vedere in prima linea anche i sindaci dei Comuni del cratere.
A loro verrà chiesto, però, di ritrovarsi in quello stesso giorno davanti a Montecitorio. Da qui al 16, comitati, associazioni di categorie, sindacati e istituzioni lavoreranno su un pacchetto di proposte da presentare al governo e ai gruppi parlamentari. E contestualmente verrà promossa una campagn di sensibilizzazione nelle aree del progetto Case, nelle frazioni, nei luoghi di lavoro e anche sulla costa dove tanti sono gli aquilani ancora sfollati. «Il governo ci ha mollato» ha commentato Cialente «e ciò che finora è stato fatto verrà vanificato da questa manovra. In molti saranno costretti a trovare altrove un modo per sopravvivere. È una cosa inaccettabile».
La proroga della sospensione dei pagamenti è prevista - fino al 15 dicembre - solo per i lavoratori autonomi il cui volume d'affari non supera i 200 mila euro. Nessun riferimento, nella manovra, alla restituzione di tasse e tributi finora sospesi. Nessun correttivo, così le scadenze restano quelle già fissate e fortemente contestate dalle popolazioni colpite dal terremoto. Ciò significa che dal primo luglio tutti saranno chiamati a restituire le somme non versate. Il tutto avverrà al 100% e in 60 rate, per quel che riguarda il 2009, mentre il 2010 dovrà essere saldato entro l'anno.
Una situazione insostenibile, tanto da spingere Cialente a minacciare le dimissioni da vice commissario per la ricostruzione. E il territorio a mobilitarsi per il diritto ad avere lo stesso trattamento a suo tempo riservato a Umbria e Marche. Lì la restituzione è iniziata 12 anni dopo il sisma, al 40% e in 120 rate. Ieri sera i cittadini riuniti in assemblea a piazza Duomo (presenti lo stesso Cialente e il parlamentare del Pd, Giovanni Lolli) hanno deciso di anticipare al 16 giugno la giornata di mobilitazione per spingere «Roma» ad accettare una piattaforma alternativa, e di ampio respiro, alle disposizioni dettate dal Governo per le zone colpite dal terremoto.
La manifestazione si terrà all'Aquila nel giorno (il 16) in cui la manovra economica passerà all'esame della commissione. L'obiettivo dei promotori dell'iniziativa, è quello di riaccendere i riflettori sulla tragedia dell'Aquila. «Un territorio che non può sopportare ulteriori discriminazioni ed elemosine» hanno via via ripetuto le persone presenti all'assemblea che hanno anche invocato, sempre per il 16, il ricorso allo sciopero generale e all'attuazione di iniziative eclatanti, quali il blocco dell'autostrada. Una protesta che dovrebbe vedere in prima linea anche i sindaci dei Comuni del cratere.
A loro verrà chiesto, però, di ritrovarsi in quello stesso giorno davanti a Montecitorio. Da qui al 16, comitati, associazioni di categorie, sindacati e istituzioni lavoreranno su un pacchetto di proposte da presentare al governo e ai gruppi parlamentari. E contestualmente verrà promossa una campagn di sensibilizzazione nelle aree del progetto Case, nelle frazioni, nei luoghi di lavoro e anche sulla costa dove tanti sono gli aquilani ancora sfollati. «Il governo ci ha mollato» ha commentato Cialente «e ciò che finora è stato fatto verrà vanificato da questa manovra. In molti saranno costretti a trovare altrove un modo per sopravvivere. È una cosa inaccettabile».
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