Tasse, rettrice all’attacco «Col ministro ci parlo io»

Inverardi difende le scelte e non teme il previsto calo di duemila iscritti Replica alla senatrice Pezzopane: «Già lavoriamo all’accordo di programma»

L’AQUILA. La parola d’ordine è «normalità». E proprio in questa direzione, quella di «uscita dall’emergenza», va la decisione presa mercoledì dal consiglio d’amministrazione dell’Ateneo di reintrodurre la tassazione per gli studenti aquilani. Non sono bastate le critiche da parte degli universitari e di alcuni esponenti della politica locale a far tornare indietro sul tema la rettrice Paola Inverardi, che ieri, in una conferenza stampa, ha voluto illustrare punto per punto il risultato di quello che definisce «uno studio articolato e molto complesso» svolto dallo staff di Ateneo guidato dal fisico Adriano Filipponi: grafici, schemi, numeri per dimostrare come il nuovo sistema contributivo, a cinque anni dal sisma, non solo sia «opportuno», ma anche attento alle necessità delle fasce più deboli e incentivante per gli studenti meritevoli e volenterosi. Insomma, è finita l’era dell’accordo di programma stipulato nel 2009 con il ministero dall’allora rettore Ferdinando di Orio, che ha permesso la sospensione dei tributi fino a tutto il 2014. La nuova governance cambia passo, che agli iscritti piaccia o meno. D’altra parte «questa Università vuole attirare studenti motivati, che risiedano all’Aquila», come spiega la rettrice. Il piano di tassazione, dunque, penalizza i «pigri», quelli che in un anno non riescono a portare a casa neanche due esami, e gli inattivi. «Non pensiamo che scoraggi gli altri», prosegue la rettrice, con alla mano i dati della proiezione del numero di studenti per il prossimo anno. Un numero che sarà necessariamente in calo. Nessuno lo nasconde. «Oggi abbiamo più di 23mila studenti», dice Filipponi. «Si arriverà a circa 21200, contro i quasi 24mila del pre-terremoto». L’effetto sisma sulle iscrizioni, dunque, si vedrà a settembre, dopo 5 anni e mezzo dalla tragedia.

QUANTO SI PAGA. Per il prossimo anno accademico si pagherà solo la seconda rata (la prima è ancora coperta dall’accordo di programma), calcolata sull’indicatore Isee. La fascia che va da 0 a 14mila euro pagherà 100 euro; da 14mila a 44mila 100 euro più 0,025 centesimi per ciascun punteggio Isee; con reddito superiore ai 44mila euro si pagheranno 850 euro.

GLI SCONTI. Gli studenti con redito Isee inferiore a 10632 euro che in un anno abbiano conseguito almeno 12 crediti formativi non pagheranno nulla. Sconti sono previsti anche per chi ha un voto di diploma da 80 a 100 e lode o voto di laurea triennale da 100 a 110 e lode; in base al rendimento accademico; per chi ha una sorella o un fratello studente nelle Università dell’Aquila, Teramo o Chieti; per le condizioni di disabilità, di maternità o paternità, per i casi di disoccupazione, cassa integrazione, mobilità, decesso di un componente del nucleo familiare.

PEZZOPANE. La rettrice coglie anche l’occasione per rispondere alla senatrice Stefania Pezzopane, che nei giorni scorsi aveva sollecitato un incontro con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per dare il via a un progetto pilota di rilancio dell’Ateneo. Dopo la premessa («Non apprezzo questi modelli comunicativi: anziché un comunicato poteva farmi una telefonata»), la Inverardi distribuisce la copia di una mail inviata ieri mattina alla stessa senatrice: «Abbiamo già aperto un tavolo di confronto con il ministro per la revisione dell’accordo di programma», è scritto. Poi l’affondo: «Gli studenti devono poter trovare una città che li accoglie e valorizza come cittadini e che non vede in loro solo una possibile fonte di reddito».

Michela Corridore

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