Tasse, si torna a pagare dal 1º luglio

Lavoratori dipendenti e pensionati nel mirino della finanziaria nazionale

L'AQUILA. C'è preoccupazione in città fra i sindacati e le categorie produttive per la manovra economica nazionale il cui testo detta disposizioni sulle agevolazioni fiscali nell'area disastrata del cratere. Secondo le prime indicazioni, lavoratori dipendenti e pensionati dovranno tornare a pagare tributi e contributi a partire dal primo luglio 2010. L'ARTICOLO 39. La bozza della manovra che in questi giorni sta facendo il giro di uffici e segreterie di partito, è così parziale e ufficiosa da contenere disposizioni relative ad agevolazioni fiscali per soggetti colpiti dal sisma del «6 aprile 2010», come erroneamente riportato nell'articolo 39 specifico per l'area del cratere. Ma il 6 aprile di quest'anno, fatta eccezione per un lieve evento sismico nell'area del Gran Sasso, l'unico sussulto è arrivato tra i banchi della seduta straordinaria del consiglio comunale, convocata per il primo anniversario del terremoto. Già in quell'occasione c'è stato chi ha ricordato l'esigenza di rinnovare misure e agevolazioni fiscali per favorire le riprese economiche. Il testo della manovra prevede una proroga di altri 6 mesi, ma solo per i lavoratori autonomi e per gli imprenditori con reddito fino a 200mila euro l'anno. L'articolo 39 stabilisce, inoltre, che dal 1 gennaio 2011 tutti torneranno a restituire al 100% i tributi non versati nel periodo di sospensione in 60 rate. I SINDACATI. «Abbiamo appreso», ha spiegato Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil, «che la bozza di manovra economica, sulla quale la nostra organizzazione ha già dato un giudizio complessivamente negativo, contiene per noi un ulteriore elemento di iniquità: invece di recepire la nostra istanza di proroga della sospensione per tutti, limita l'intervento ai lavoratori autonomi. È una presa in giro», ha proseguito Trasatti, «in quanto si va a penalizzare le fasce a basso reddito che da sempre hanno pagato regolarmente». Il timore, paventato da Trasatti, è che così si agevoli l'evasione fiscale. «Il rischio è che qualche imprenditore ritocchi i propri conti per restare nella fascia dei 200mila euro e ottenere la sospensione», ha detto, «mentre un dipendente o un pensionato con reddito mensile anche inferiore ai mille euro non ha alcuna scelta e deve tornare a pagare». Un provvedimento, secondo il sindacato, che «non rispetterebbe le rassicurazioni fatte dagli esponenti politici, a partire dal commissario Gianni Chiodi, anche in sede di consiglio comunale straordinario». IL PD. Critiche e perplessità sono arrivate pure dal mondo politico, anche se gli esponenti locali del Partito democratico, tra cui il parlamentare Giovanni Lolli, riconoscono una certa apertura nella manovra correttiva per quanto riguarda il problema tasse. «Se queste indicazioni venissero confermate», ha commentato Lolli, «sarebbe già un passo avanti. Avremo sei mesi di tempo per continuare la nostra lotta volta ad ottenere quello che è stato riconosciuto ad altre popolazioni terremotate, come quelle di Marche e Umbria. La scelta di esonerare dal pagamento determinate categorie rispetto ad altre», ha proseguito Lolli, «è tuttavia da considerarsi una forma di discriminazione che la Costituzione stessa non ammette». Importante, per il parlamentare una scelta «più socialmente orientata» delle categorie che usufruiranno del nuovo periodo di sospensione, a tutela di quelle più deboli. Intanto, alla luce degli ultimi sviluppi sulla manovra, è stata rinviata al primo giugno la mobilitazione collettiva sulle tasse, che avrebbe dovuto tenersi ieri in piazza Duomo. L'assemblea del presidio permanente tornerà comunque a riunirsi oggi alle 12 per discutere anche del provvedimento.

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