Tassi illegali in banca, scatta l'inchiesta

13 Dicembre 2011

La Procura avvia accertamenti dopo la denuncia di un imprenditore contro un istituto

L'AQUILA. La procura della Repubblica sta indagando su un prestito a un tasso di dubbia legalità da parte di una banca nazionale con sede anche all'Aquila dopo la denuncia di un imprenditore che aveva un opificio nel nucleo industriale di Bazzano. Lo stesso giorno del terremoto del 6 aprile 2009, dopo che la Banca aveva chiesto ed ottenuto l'asta dei suoi beni, doveva darsi esecuzione alla vendita.

Il tutto è stato inizialmente rinviato ma la Banca non ha desistito visto che tutti gli immobili si erano miracolosamente salvati dal sisma. L'imprenditore, che si è visto respingere una richiesta di dilazione e transazione, si è rivolto alla «Sos Utenti» per far controllare i suoi rapporti bancari. Con una perizia effettuata da Gennaro Baccile, presidente onorario dell'Associazione, è stato rilevato che la banca avrebbe concesso credito a un tasso illegale.

L'imprenditore, assistito dall'avvocato Dario Visconti ha presentato denuncia nei riguardi della Banca che ha continuato a insistere con le aste fino all'avvenuta vendita di un capannone industriale. Nel frattempo, però, la procura aquilana, aveva chiesto l'archiviazione perché il «fatto non sussiste ed episodici superamenti di tassi soglia difetterebbero di elementi psicologici del reato d'usura».

L'imprenditore, convinto della perizia effettuata da Baccile, dallo stesso si è fatto elaborare una nuova consulenza per smontare le conclusioni del pm. Il gip Marco Billi, non ha accolto la richiesta di archiviazione ed ha disposto incidente probatorio ritenendo l'opposizione formulata da Dario Visconti e la controperizia elaborata da Baccile meritevoli di considerazione. Domattina egli dovrebbe nominare un suo perito di fiducia per capire se la Banca ha applicato tassi illegali al malcapitato imprenditore aquilano o se tutto è stato fatto in maniera corretta come finora ha sostenuto il pm.

«Grazie a discutibili e opache istruzioni della Banca d'Italia emanate per rendere operativa la Legge antiusura», spiega Baccile «può accadere che se da un prestito di 100 per un anno a Tizio incassa 10 di interessi, 2 di spese e 8 di commissioni (per un totale di 20) la percentuale non è 20% bensì 12% o forse anche meno. E' possibile perché la legge dice che tutte le pretese della banca per aver concesso credito, 20 nell'esempio, concorrono a quantificare il tasso usurario, mentre la Banca d'Italia, secondo una certa interpretazione, avrebbe detto che solo gli interessi e poche spese andrebbero considerate, col risultato che i banchieri hanno applicato commissioni senza freni».

Il procedimento, anche se pende già davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale, è ancora contro ignoti visto che ancora non sono stati individuati i funzionari che hanno applicato il tasso al centro delle valutazioni della procura. La parte offesa si avvale anche di alcune sentenze della corte di Cassazione.

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