Terremoto, case in piùecco i conti di Cialente

Primo elenco dei 349 alloggi provvisori in esubero nei paesi del cratere. Ma 70 moduli devono essere ancora consegnati La difesa dei sindaci Calvisi (Fossa): da noi nessun posto letto in più

L’AQUILA. Trecentoquarantanove case in più. Ma, di queste, 70 devono essere ancora consegnate, un anno dopo il sisma. Questo il primo elenco, provvisorio, della ricognizione avviata dal sindaco Massimo Cialente che è anche vicecommissario per la ricostruzione e che è andato su tutte le furie quando ha scoperto che mentre lui non ha case da dare a nuclei da due persone e a singoli, tra i quali tanti anziani, ci sono paesi nei quali esistono case in più.

Oppure rimaste vuote perché non assegnate. Munificenza di governo e Protezione civile? Insipienza di qualche amministratore o tecnico? Il dilemma è destinato a restare tale.

Cialente, per ora, bussa alla porta di tutti gli altri 56 sindaci che guidano i paesi inseriti nel cratere sismico. Vuole sapere, questo sindaco che deve sistemare ancora qualcosa come 5mila concittadini rimasti fuori da progetto Case e Map (moduli abitativi provvisori), se ci sono, e dove sono, queste case libere; perché non sono state assegnate; oppure perché, come a Pizzoli, sono state assegnate non da lui ma da un’altra amministrazione che, per Cialente, avrebbe accolto nel suo territorio gli aquilani e tuttavia non avrebbe seguito la graduatoria dell’Aquila. «Così salta tutto il banco», andava ripetendo anche ieri il sindaco, già sotto tiro per le macerie, i mancati trasferimenti dei fondi dell’autonoma sistemazione, idem per quelli delle attività produttive danneggiate. Eppoi per zona rossa, linee guida, ricostruzione del centro storico e mille altre problematiche che stanno investendo il suo doppio mandato di primo cittadino e di vicecommissario.

Non tutti i Comuni hanno fatto pervenire le loro risposte. Altri 31 centri del cratere si sono riservati di comunicare i dati. E, soprattutto, i criteri di assegnazione. È qui che Cialente sospetta che qualcosa si sia inceppato. Le case provvisorie, di norma, toccavano a chi aveva una casa E (danni strutturali) o F (rischio esterno) e a chi abitava in zona rossa. Ma, di norma, dovevano andare a chi al momento del terremoto aveva la «stabile dimora» nella casa distrutta. Ora, ammesso che dalla ricognizione vengano fuori effettive disponibilità, sarà dura convincere molti aquilani a trasferirsi nei paesi. Ma Cialente vuol provarci e pensa a un algoritmo «gioiello», tipo quello del piano Case, per smaltire gli elenchi di chi è rimasto fuori.

FOSSA REPLICA
. «Ma quali case in più?». È arrabbiatissimo il sindaco di Fossa Luigi Calvisi, il quale contesta il numero 48 che compare nella casellina «esuberi» per il suo Comune. «A Fossa», argomenta Calvisi, «non c’è nessuna casa vuota e nessun esubero. I conti li abbiamo fatti bene, così come abbiamo seguito alla lettera tutte le procedure per l’assegnazione. Va precisato che quelli che vengono chiamati impropriamente esuberi sono in realtà numeri che si riferiscono a 21 appartamenti già consegnati e a 27 da consegnare». Sedici sono stati realizzati dalla Protezione civile e cinque donati dalla città di Verona. «Ce ne sono altri 27, infine, in corso di completamento e destinati a ospitare altrettante famiglie che ne hanno diritto perché non hanno più la casa. Preciso che queste assegnazioni sono avvenute, ovviamente sulla carta, già da ottobre 2009. Pertanto, nel mio paese, il fabbisogno è completo e non ci sono case in più da dare all’Aquila».

IL CASO-PIZZOLI. Cialente ha attaccato l’amministrazione di Pizzoli. Il Comune dell’Aquila contesta il fatto che 66 case siano state assegnate a persone non residenti in quel Comune. È il caso dei doppi elenchi. Si tratta di aquilani che, secondo Cialente, sono entrati in barba alle priorità. E che ora sarà difficile mandar via per far posto a chi stava avanti in graduatoria. Insomma, un pasticcio.

3 CHIAMATE E STOP. Il vicecommissario ha stabilito che «saranno effettuate al massimo tre chiamate per convocare le famiglie da due persone per l’offerta di un modulo provvisorio. La mancata presentazione dopo la terza chiamata, senza un motivo giustificato e per iscritto, comporterà l’automatica rinuncia alla casa antisismica». Inoltre, si perderà anche l’ospitalità alberghiera. La precisazione è per quei nuclei che ancora non sono stati alloggiati nel progetto Case. «Si tratta», spiega una nota, «di famiglie che hanno chiesto l’alloggio antisismico nel censimento dello scorso agosto e che hanno superato positivamente le verifiche per l’assegnazione di tale abitazione». La funzione Assistenza alla popolazione ricorda che «la mancata presentazione ai colloqui, oltre alla rinuncia alla casa antisismica, avrà, come conseguenza, l’obbligo di lasciare l’albergo entro 15 giorni. Sarà garantito solo il contributo di autonoma sistemazione, qualora richiesto. Tali eventualità saranno segnalate alla famiglia, unitamente alla comunicazione della data di convocazione».

RICOGNIZIONE SUBITO
. Solidale con Cialente, sul tema case in esubero, Stefano Frezza (Epicentro solidale). «Da giorni», scrive Frezza, «abbiamo lanciato appelli affinché venisse promossa una ricognizione delle abitazioni costruite per i senza casa. Anche all’Aquila abbiamo verificato l’esistenza di oltre cento appartamenti già pronti da diverse settimane e a tutt’oggi ancora vuoti. Se consideriamo quante persone sono ancora negli alberghi, e i costi relativi, si capirebbe quanti soldi si stanno spendendo inutilmente».

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