Terremoto, Cialente annuncia le dimissioni

In consiglio comunale manca il numero legale nella votazione sulle linee guida per riorganizzare le società comunali partecipate: il primo cittadino dell'Aquila annuncia le dimissioni dall'incarico

L'AQUILA. La ricostruzione che non c'è, il continuo braccio di ferro sui finanziamenti e su come ridare un futuro alla città, e infine l'impasse in consiglio comunale sulle ex aziende municipalizzate. Troppo per Massimo Cialente che ha deciso di lasciare l'incarico di sindaco dell'Aquila. Le dimissioni non sono ancora state depositate nella segreteria comunale, ma sono certe a meno di ripensamenti dell'ultimo minuto.

La goccia che, secondo Cialente, ha fatto traboccare il vaso, è stata la la votazione su un atto di indirizzo contenente le linee guida per la riorganizzazione delle società partecipate, aziende che hanno un ruolo chiave nella ricostruzione. In consiglio comunale è mancato il numero legale, erano presenti 19 consiglieri, uno in meno del numero legale, e il primo cittadino ha annunciato le dimissioni dall'incarico. In seguito Cialente ha tenuto una riunione con il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti per definire l'iter delle sue dimissioni. Successivamente ha anche convocato una riunione del Pd cittadino.

Se non cambierà idea, Cialente dovrà formalizzare le dimissioni depositandole nella segreteria del Comune. Se lo farò entro la giornata, le dimissioni diventerebbero efficaci il 28 marzo. Dalla presentazione delle dimissioni scattano 20 giorni di tempo in cui il primo cittadino può ancora ritirarle. Scaduto questo termine, il consiglio comunale sarà sciolto, sarà nominato un commissario prefettizio e si andrà ad elezioni.

Se questa ipotesi si avverasse, le eventuali elezioni non si terranno il 15 maggio perché non ci sarebbero i tempi di legge per la campagna elettorale. Il tutto a meno di improbabili provvedimenti ad hoc, che dovrebbero comunque derogare a una legge dello Stato.

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