Terremoto e ricostruzione, emergenza nazionale Cialente scrive a Monti: "L'Aquila è una priorità"

Il sindaco chiede al premier di inserire la ricostruzione tra le priorità del nuovo governo: "Dopo la crisi internazionale c'è subito la questione della rinascita della città"

L'AQUILA. La città terremotata, capoluogo di regione in ginocchio per un sisma che ha distrutto case, economia e tessuto sociale, deve entrare al primo posto dell'agenda del nuovo governo. Anzi, al secondo: dopo la crisi internazionale. E' la richiesta che il sindaco Massimo Cialente ha fatto al nuovo presidente del consiglio, Mario Monti, in una lettera spedita ieri.

Pochi punti in cui mette a fuoco le difficoltà della città: «Qui è tutto fermo, la ricostruzione pesante è bloccata, l'economia non riparte e le imprese stanno chiudendo». La preoccupazione del sindaco è che «L'Aquila entri a far parte delle priorità dell'agenda del nuovo governo», ha spiegato ieri mattina Cialente a margine di un consiglio comunale speciale, dedicato al professore Umberto Villante, da poco insignito con il Premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei, per le Scienze matematiche, fisiche e naturali.

Il sindaco sente sulle spalle l'affanno di dover trovare «nel più breve tempo possibile» un interlocutore costante con il nuovo governo. La caduta del governo Berlusconi, che ha nel bene e nel male gestito tutta la fase dell'emergenza e quella del post-sisma per due anni e mezzo, ha lasciato la città senza più punti di riferimento nazionali. «Ho scritto a Monti di venire a vedere di persona in che condizioni si trova la città. L'Aquila deve essere intesa dal nuovo governo come un'emergenza nazionale».

Ma per portare avanti le sue esigenze e sperare di avere risposte, il sindaco ha chiesto in poche righe anche di indicare una figura istituzionale che sostituisca il sottosegretario Gianni Letta. Serve «una persona che si prenda cura della città» e che faccia da mediatore tra istituzioni, cratere sismico e governo. Insomma, un alter ego di Letta, diventato «l'uomo tutto fare», il mediatore nei tavoli per la ricostruzione, quello che con un quasi colpo di mano ha infilato all'ultimo minuto l'emendamento sulle tasse sospese ai terremotati nel maxiemendamento alla legge di Stabilità.

L'amico di tutti, insomma, il marsicano che era sempre pronto a rispondere alle chiamate degli amici aquilani. Ha data la sua disponibilità a dare ancora una mano, ma non è la stessa cosa e Cialente lo sa. Di qui l'idea di scrivere a Monti. Ma chi, tra i nuovi ministri e sottosegretari, potrebbe accollarsi questa responsabilità? Cialente pensa a tre figure (le stesse indicate da Bruno Vespa ieri all'Aquila per il Consiglio comunale): Fabrizio Barca, ministro dei rapporti col Parlamento, Antonio Catricalà, sototsegretario alla Presidenza del Consiglio, o Corrado Passera, ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture.

Un'altra priorità indicata nella lettera al presidente del consiglio è «la necessità di avviare la discussione e l'approvazione della Legge d'iniziativa popolare sulla ricostruzione dell'Aquila». Cialente non ha inoltre risparmiato una critica dura al senatore del Pdl Filippo Piccone, che nei giorni scorsi è tornato ad auspicare che continui per L'Aquila «il commissariamento Chiodi».

«Manderei Piccone a Kabul», è la risposta di Cialente. «Mi chiedo dov'erano prima queste persone che all'Aquila non sono mai venute se non per presenziare a cerimonie e che ora arrivano per dirci cosa serve per la ricostruzione. Piccone dice che ci dobbiamo sedere attorno a un tavolo solo con i tecnici e non con i politici», ha aggiunto il sindaco. «Ma io a Piccone chiedo: dov'eri prima?»

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