Terremoto, i soldi dopo 26 anni

18 Settembre 2010

Ci sono i finanziamenti per il sisma del 1984 ma nessuno li chiede

SULMONA. I soldi arrivano dopo 26 anni e ora il rischio è di non poterli spendere. Si tratta di una parte dei finanziamenti, circa 563 mila euro, per la ristrutturazione degli edifici danneggiati dal sisma del 1984. Da quasi un anno giacciono nelle casse comunali, senza che nessuno, o quasi, ne faccia richiesta. Il Comune lancia un appello ai beneficiari e ad eventuali eredi.

A novembre dell'anno scorso, la giunta regionale ha assegnato la somma al Comune di Sulmona seguendo le direttive di un'ordinanza del 2005 a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri.

I finanziamenti fanno parte di una serie di benefici erogati, lentamente, nel corso dei decenni.

L'esecutivo, guidato dal sindaco Fabio Federico, intende ora dare porre rimedio ai ritardi e distribuire il denaro a chi ne ha diritto. Gli interventi ammessi ai finanziamenti sono 94.

«Finora» dice l'assessore ai lavori pubblici Nicola Guerra «sono state erogate somme pari a circa il 50% del finanziamento».

A disposizione restano, quindi, oltre 270 mila euro.

«Invitiamo pertanto i beneficiari del contributo» aggiunge «e i tecnici interessati a contattare il Comune per accedere ai benefici».

Non è escluso, infatti, che il Comune sia costretto, dopo un certo periodo di tempo, a restituire i contributi ottenuti ma non erogati perché non richiesti dagli stessi beneficiari.

«Una situazione assurda» sottolinea l'assessore. «Il Comune ha i fondi e non può assegnarli perché nessuno li richiede».

I proprietari delle abitazioni che furono dichiarate inagibili devono rivolgersi all'ufficio tecnico del Comune, 4º settore, per avere copia del finanziamento concesso e le modalità di erogazione. Dopo il sisma del 1984, i fondi sono stati erogati in più tranche, dando priorità a chi aveva la casa totalmente inagibile. In occasione della ricostruzione, furono attivate una serie di agevolazioni, ricordate nei giorni scorsi anche da Giuseppe Zamberletti, il padre-fondatore della Protezione civile italiana.

Agevolazioni, però dimenticate nel cassetto dagli stessi beneficiari, proprio come i fondi disponibili in Comune.

Dopo il terremoto del 1984, nella legge sulla ricostruzione Zamberletti aveva inserito un articolo che prevedeva mutui a tasso zero per chi voleva rendere antisismici anche edifici non danneggiati.

«La cosa sorprendente» ricorda Zamberletti «fu che nessuno si avvalse di quella norma».
Ventisei anni fa, l'epicentro del sisma fu localizzato tra l'Abruzzo e il Molise, a San Donato Val Comino in provincia di Frosinone. Due le scosse più forti, il 7 e 11 maggio, raggiunsero l'ottavo grado della scala Mercalli (circa il sesto della Richter). Seguirono numerose repliche.

La zona più danneggiata fu quella del Parco nazionale, ma anche in città i danni furono molto gravi, soprattutto in centro storico. Più di 70 furono allora i Comuni interessati dal terremoto (anche in Lazio e Campania), che causò oltre 60 feriti e più di 6 mila sfollati.

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