Terremoto, progetto Casel'elogio di Calvi: "Costa poco "

Il papà degli «alloggi di Berlusconi» boccia le critiche: un miracolo. «Abbiamo speso 1318 euro al metro quadrato»

L’AQUILA. «Il progetto Case è costato poco ed è stato un record mondiale. Avrebbero dovuto gridare al miracolo per quanto poco è stato speso per realizzare i 4449 alloggi. E invece...». Gian Michele Calvi, l’inventore delle new town, esalta, in un convegno a Pavia, i numeri degli alloggi delle abitazioni antisismiche realizzate nelle 19 aree del circondario aquilano. E bacchetta chi critica.

ORGOGLIO NEW TOWN
. La giornata dell’orgoglio per il presidente di Eucentre, il centro studi sui terremoti di Pavia, Gian Michele Calvi, è stata celebrata sabato scorso davanti a una platea di circa 350 persone, in maggioranza addetti ai lavori (imprese costruttrici, professionisti, ricercatori) nell’ex chiesa di San Tommaso, dove gli sono stati tributati lunghi applausi, come scrive il giornalista Carlo Gariboldi del quotidiano La Provincia Pavese che ha pubblicato un resoconto del convegno. Per tutta la giornata sono sfilati i protagonisti della ricostruzione abruzzese. A poco più di un anno dal terremoto, Calvi li ha chiamati a Pavia con un obiettivo principale, smentire «le voci fantasiose sui costi della ricostruzione» che tanto dibattito hanno creato e su cui si sono concentrate alcune delle principali critiche da parte dei comitati civici sorti per vigilare su tempi, costi e modi della gestione dell’emergenza prima e della ricostruzione poi. È qui che il disegnatore del progetto Case vanto del premier Silvio Berlusconi ha snocciolato numeri e considerazioni. «Avrebbero dovuto gridare al miracolo per quanto poco è stato speso per realizzare i 4449 alloggi del progetto Case. Viviamo in un grande Paese che, però, è anche autolesionista. Invece di criticare non si sa cosa, dovrebbe esportare un modello di grande successo quale è quello realizzato in Abruzzo». Da ingegnere, Calvi ha tenuto un intervento prettamente tecnico, tutto basato su numeri e tabelle.

I NUMERI DI CALVI
. Il responsabile del procedimento del progetto Case ha affermato: «Al metro quadro abbiamo speso 1318 euro», a fronte di riferimenti di mercato pari a una cifra compresa tra i 1100 e i 1300 euro. L’ingegnere ha spiegato, inoltre, che le case che sono state realizzate all’Aquila, dove hanno trovato posto circa 15mila persone, ma che non sono bastate a coprire l’intero fabbisogno abitativo della città sfollata, hanno una classificazione energetica A o A+. «La buona edilizia in Italia è classificata C», ha argomentato ancora Calvi. «Voglio invitarvi a moltiplicare il risparmio energetico ottenuto per il milione e 600mila metri quadrati realizzati». Complessivamente, il progetto è costato 725 milioni di euro, 350 dei quali sono stati presi dal fondo di solidarietà messo a disposizione dall’Unione europea. Secondo la tabella illustrata nel corso del convegno, il costo è stato così suddiviso: 563 milioni per gli edifici, 93 milioni per le urbanizzazioni (strade, parcheggi, fognature, illuminazione pubblica), 55 milioni per arredi ed elettrodomestici delle abitazioni, 3 milioni per gli ascensori esterni, riservati ai disabili. Le spese tecniche sono state di 9,4 milioni. «Questo dato», ha detto Calvi, può apparire elevato, ma è l’1,31 per cento dei costi totali, mentre il riferimento di mercato è il dieci per cento». Insomma, una difesa a tutto campo del progetto Case dove oggi, ad assegnazioni e sistemazioni pressoché terminate, sono necessari interventi sui servizi, come ad esempio la creazione delle condizioni per agevolare il transito dei mezzi di trasporto urbani. Lamentela, questa, che accomuna Poggio di Roio a Pagliare di Sassa, per citare soltanto due esempi di aree prive di fermate degli autobus urbani. Così come è da completare la realizzazione di spazi di aggregazione.

PREFETTO ALL’ATTACCO. Presente all’appuntamento di Pavia anche il prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli il quale, nel corso del suo intervento, ha attaccato quella parte della stampa che si è concentrata «in maniera ossessiva solamente sul possibile coinvolgimento della criminalità organizzata nella ricostruzione dell’Aquila». «L’interesse primario», ha aggiunto poi l’ex capo del Sisde, il servizio segreto civile, «è stato quello di lavorare secondo le regole, che è un concetto più ampio di quello della criminalità organizzata. Abbiamo vigilato sulla sicurezza dei cantieri e sul rispetto del pagamento dei contributi alle maestranze».

© RIPRODUZIONE RISERVATA