Thales Alenia, nuovo allarme

Il manager Prette: «Senza fondi c’è il rischio cassa integrazione per 400»

L’AQUILA. Torna l’allarme cassa integrazione tra i 300 dipendenti dello stabilimento aquilano della Thales Alenia Space. Stesso scenario, a livello nazionale, di sei mesi fa, con il piano Cosmo-SkyMed che rischia di rimanere nuovamente senza fondi e la possibilità che l’azienda debba ricorrere all’ammortizzatore sociale per 400 tra ingegneri e tecnici nei siti di Roma, L’Aquila e Milano. Il problema, sollevato dall’amministratore delegato Elisio Prette, riguarda il finanziamento del programma spaziale per applicazioni duali (civili-istituzionali, commerciali e militari) dei satelliti radar di osservazione terrestre, promosso dall’Asi e dal ministero della Difesa. Nella legge di stabilità 2015, infatti, non sono previsti i finanziamenti pubblici richiesti dall’agenzia spaziale italiana per sostenere il progetto. Prette ha detto che «i fondi a disposizione coprono le esigenze fino a gennaio 2015. Se per quella data non si troverà una soluzione, dovremo mettere in cassa integrazione 400 addetti». Il programma era già stato salvato a luglio, «grazie ai fondi trovati dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e dal presidente dell’Asi». Thales ha firmato un contratto per la costruzione di due satelliti, ha acquistato materiali e impegnato i fornitori: l’Asi aveva chiesto 80 milioni all’anno per portare avanti il progetto. Scende in campo anche il sindacato Usb, annunciando una mobilitazione e parlando di «scelta che mette in pericolo centinaia di lavoratori. La politica del governo lascia uno dei settori dell’alta tecnologia ai concorrenti francesi e tedeschi». Thales Alenia Space ha avuto un ruolo nella missione della sonda Rosetta. E lo speciale trasponditore di bordo del satellite è stato realizzato nel sito aquilano.

Romana Scopano

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