Tra i forzati dei balconi a rischio crollo

La protesta: «Pavimenti rotti e condutture dei bagni intasate». La domanda: «Almeno il cane si potrà affacciare?»
L’AQUILA. «Sotto questi balconi i bambini ci hanno giocato fino a ieri, come faremo a impedire che ci vadano di nuovo?». La domanda rimbalza in mezzo ai puntelli che bloccano l’accesso ai balconi del Progetto Case di Cese di Preturo, già sequestrati dal Comune dopo il crollo del balcone della casa abitata da Luciana Leonardis e famiglia. Nella new town di Cese di Preturo è un pomeriggio come tanti altri, qualche residente esce fuori a prendere il sole, ogni balcone è già stato delimitato da una griglia di tubi Innocenti. «Ma come faranno, metteranno i puntelli, i tubi Innocenti, oppure le fettucce?». «Secondo me, metteranno le fettucce e si dimenticheranno di noi»; «Ma noi, dovendo pulire uno strofinaccio, possiamo uscire, ci potremo affacciare?»; «Io ho il cane, lo posso mandare sul balcone?». Una sorta di intervista al contrario, in cui le persone formulano domande cui il cronista non sa rispondere. «All’inizio queste case sembravano funzionare», racconta Giampiero Criscuolo, «ma dopo un anno sono iniziate le infiltrazioni. Chiamavamo, qualcuno ogni tanto veniva a prendere appunti su un blocchetto». «Il problema non sono solo i balconi che hanno la pendenza al contrario, rimandano l’acqua verso l’interno», racconta Criscuolo. «I pavimenti si sono rotti tutti, a casa di mia madre è ancora peggio». E in effetti, a casa della signora Antonietta Marzolo la situazione è ancora peggiore. «Il piatto doccia non funziona, i tubi sono intasati. Non so cosa fare, anche volendo, questa non è casa mia, se smonto qualcosa e sbaglio poi se la prendono con me». Una famiglia, al piano di sopra, ha i secchi pronti per quando piove. Conoscono a memoria la posizione esatta in cui mettere i secchi. E quando non piove i contenitori si trasformano nel supporto di un tavolinetto. Uno dei balconi incriminati è stato smontato, è stato rimosso il rivestimento esterno, schiodate le tavole e messi i puntelli. «Ma com’è fatto?» si chiede la gente col naso all’insù, «ma la guaina c’è?». «Secondo me metteranno i puntelli a ogni balcone». Tante storie si rincorrono. C’è chi tornerà a casa sua tra un anno, forse un anno e mezzo, chi abitava in centro, chi a via Campo di Fossa e racconta che è appena riuscito a sbloccare il progetto. In una delle case in cui stanno per essere sequestrati i balconi c’è una famiglia che viveva al Progetto Case di Paganica. Un giorno, per avvicinarsi al posto di lavoro, hanno chiesto il trasferimento e il Comune li ha mandati a Roio, dove qualche mese dopo è scoppiato l’allarme legionella, malattia causata da un batterio che si annida nelle condutture dell’acqua calda. L’allarme è poi rientrato, ma intanto la famiglia era finita proprio a Cese di Preturo.
E domani arriverà la Forestale per mettere i sigilli ai balconi.
(r.p.)
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