I fidanzati Valeria Mella e Gianmarco Degni morti il 24 gennaio di un anno fa sul Monte Velino

L'ANNIVERSARIO

Tragedie Campo Felice e Velino, lunedì la giornata del ricordo

Cinque anni fa l’elicottero del 118 si schiantò nella nebbia sui monti, un anno fa quattro escursionisti persero la vita travolti da una valanga. Messe e cerimonie per ricordare le vittime 

L'AQUILA. Cinque anni fa, il 24 gennaio del 2017, intorno a mezzogiorno una notizia gira veloce: nella zona di Campo Felice si sono perse le tracce di un elicottero del 118 con sei persone a bordo, 5 operatori e uno sciatore soccorso sulle piste. Dopo un’ora la speranza che non fosse nulla di irreparabile diventò tragica realtà. L’elicottero, a causa della nebbia fitta, era finito contro la roccia. 

Nell’incidente persero la vita Valter Bucci, 57 anni, medico rianimatore del 118 dell’Aquila; Davide De Carolis, tecnico dell’elisoccorso del soccorso alpino e consigliere comunale di Santo Stefano di Sessanio, Giuseppe Serpetti, infermiere, Mario Matrella, verricellista, Gianmarco Zavoli, pilota, Ettore Palanca, lo sciatore cinquantenne, maître dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma, che si era infortunato sciando. Cinque anni dopo il ricordo è ancora vivo. Lunedì mattina, alle 11, nella chiesa parrocchiale di Coppito, ci sarà una messa celebrata dal cardinale arcivescovo Giuseppe Petrocchi per fare memoria e pregare per le vittime.

Lunedì verranno ricordate anche le vittime della tragedia del Velino. Una corona di fiori verrà deposta sotto le quattro querce piantate all’ombra del Velino in memoria di Tonino Durante, Gian Mauro Frabotta, Gianmarco Degni e Valeria Mella nel primo anniversario della tragedia. È trascorso un anno da quel 24 gennaio quando una valanga di enormi proporzioni ha spezzato le vite dell’arrotino di piazza Torlonia, del brillante ingegnere dell’Eni e dei giovani fidanzati che si erano conosciuti sui bachi del Liceo scientifico.

Lunedì, alle 10, gli angeli del Velino verranno ricordati con una cerimonia nell’area a loro a dedicata in prossimità del rifugio Casale da Monte, a Forme di Massa d’Albe. È qui che i quattro escursionisti avevano parcheggiato le loro automobili per incamminarsi lungo il sentiero numero 8,

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