Trenta case, il piatto del consorzio

Nuove intercettazioni: Verdini (Pdl) parla con Fusi dei lavori post-sisma

L’AQUILA. «Mi ha offerto trenta case sfitte da dare alle famiglie dell’Abruzzo». E giù un’altra risata. Sono sempre di buonumore, a quanto pare, i politici e gli imprenditori intercettati al telefono mentre parlano del terremoto all’Aquila. Mentre l’inchiesta nata a Firenze e approdata a Perugia promette ulteriori, clamorosi sviluppi nelle prossime ore, il tema degli appalti del post-terremoto torna prepotentemente all’attenzione della magistratura. Infatti, il giudice per le indagini preliminari di Perugia Paolo Micheli ha depositato altri tre faldoni di documentazione del procedimento su appalti e corruzione che sta andando avanti senza soste. E tante sono le pagine dedicate alla ricostruzione in Abruzzo, che resta il tema centrale dei discorsi della «cricca».

Tra questi rispunta il ruolo della Btp, di cui, all’epoca dei fatti, era presidente del consiglio d’amministrazione l’imprenditore toscano Riccardo Fusi, pure lui indagato. Imprenditore che per l’accusa è il protetto del coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, indagato per concorso in corruzione. Ecco cosa si dicono al telefono Fusi e Verdini, che la sera del 14 aprile già parlano di appalti all’Aquila. Il politico riferisce un colloquio con una terza persona, in relazione a lavori da fare all’Aquila con il consorzio «Federico II» in cui è entrata la Btp, associata con tre imprese aquilane.

Verdini: «...Mi voleva vedere per il consorzio per intervenire sul terremoto...c’è anche Riccardo...per fare una cosa insieme...guarda...ora faccio una ricognizione...e ti saprò dire...ti volevo dire questa cosa...(ride)...mi ha offerto 30 case sfitte da dare alle famiglie dell’Abruzzo...».

Fusi: «Sì, sì...va bene».

Verdini: «Era solo per dirti questo fatto...va bene?».
Secondo l’accusa, il riferimento esplicito di questa conversazione intercettata è ai lavori in Abruzzo. In particolare, i lavori da affidare al consorzio Federico II che annovera anche la Btp «Baldassini-Tognozzi-Pontello costruzioni generali spa» insieme alle ditte aquilane «Fratelli Ettore&Carlo Barattelli srl», «Vittorini Emidio costruzioni srl» e «Marinelli ed Equizi srl». Un consorzio nato il 15 maggio 2009, dopo una serie di viaggi della speranza a palazzo Chigi dove anche gli imprenditori aquilani facevano la fila allo scopo di accreditarsi agli occhi di chi muove le leve del potere.

Non v’è certezza, al momento, né sulla persona, non direttamente indicata, con la quale Verdini dice di essersi incontrato per parlare d’affari, né su cosa rappresenti quella proposta di trenta abitazioni da destinare alle famiglie sfollate. Su questo e su altri aspetti potrebbe fare luce la Procura dell’Aquila che ha ricevuto gli atti dell’inchiesta principale e che, di sua iniziativa, già si era mossa per individuare gli intrecci dei comitati d’affari nati dopo il terremoto.

Secondo la Procura fiorentina, uno dei personaggi-chiave dell’inchiesta su appalti e corruzione è proprio Fusi il quale, dopo aver perso una serie di lavori, viene «ricompensato» proprio con lo sbarco all’Aquila dove entra grazie al cavallo di Troia del consorzio Federico II.