Tribunale, contratto a rischio per 50 lavoratori precari

In Italia il problema riguarda circa tremila persone impiegate nelle cancellerie e nell’attività amministrativa

L’AQUILA. Ci saranno anche i precari del tribunale dell’Aquila mercoledì prossimo a Piazza della Rotonda a Roma, dietro a Palazzo Madama, per chiedere che vengano rinnovati i contratti ai lavoratori tirocinanti che operano all’interno del ministero della Giustizia. Il problema, sollevato a livello nazionale, riguarda anche una cinquantina di dipendenti aquilani. Nel 2012, infatti, il ministero ha previsto un percorso formativo per i lavoratori cassintegrati, in mobilità, socialmente utili, disoccupati e inoccupati che, a partire dal 2010, avevano partecipato a progetti formativi regionali o provinciali negli stessi uffici giudiziari. Un percorso che terminerà il 30 novembre e che potrebbe lasciare senza lavoro, di fatto, oltre 3000 dipendenti in Italia, di cui 210 solo in Abruzzo. «Si tratta di personale che ha ormai acquisito adeguate conoscenze di base, anche informatiche, e ha dimostrato competenza e affidabilità offrendo un valido supporto al personale di ruolo, costituendo un’importante risorsa sia nel complesso lavoro di cancelleria, sia nelle attività di tipo prettamente amministrativo contabile», spiegano i rappresentanti dei lavoratori abruzzesi, Andrea Corsetti, Stefania Di Giovanni, Carla Olivieri, Massimo Boggi, Barbara Di Cesare, Roberto Gianfelice. «Sarebbe importante non disperdere la professionalità acquisita e c’è dunque necessità della prosecuzione della collaborazione di questi tirocinanti». Per far sentire la propria voce i precari dei tribunali di tutta Italia si incontreranno mercoledì a Roma, dalle 10 alle 13. Ad appoggiare la protesta Gianni Melilla, deputato di Sinistra ecologia e libertà, che ha presentato un’interrogazione parlamentare. «Anche le senatrici Stefania Pezzopane e Paola Pelino ci hanno espresso la propria solidarietà», continuano i lavoratori, «così come la Procura generale e la Corte d’Appello dell’Aquila». La Cgil nazionale ha chiesto di tramutare il tirocinio dei lavoratori in un contratto a tempo determinato. (m.c.)

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