Tribunali, decisa la proroga: chiusura a fine dicembre del 2023 

È arrivato in serata l’ok del governo a tenere aperte le sedi di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto Gli avvocati delle quattro città revocano il maxi-sciopero che sarebbe cominciato il 21 febbraio

AVEZZANO. Con il fiato sospeso fino alla fine, ma a sbloccare la complessa vertenza sui tribunali abruzzesi di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, con una proroga di un anno e dieci mesi, è stato l’ok del governo, arrivato ieri in serata, poco prima del voto alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio. Voto che, salvo colpi di scena, sarà avvenuto durante la notte. I parlamentari abruzzesi di tutte le forze politiche hanno insistito con la necessita di rinviare la chiusura delle quattro strutture giudiziarie, previsto per il 14 settembre prossimo, e alla fine il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha deciso di andare incontro alle esigenze del territorio, seppure accorciando i tempi di qualche mese rispetto alla richiesta iniziale. Il via libera alla proroga c’è ma non è di due anni, fino al settembre del 2024, come si sperava. La chiusura, se la legge sul riordino della geografia giudiziaria non sarà modificata, avverrà infatti il 31 dicembre del 2023.
IL MINISTRO
Il passaggio più complesso dell'operazione è stato quello di convincere il Guardasigilli che una proroga, alla luce dell'incerta situazione pandemica e dell'iter di ricostruzione post terremoto ancora in corso, era necessaria, e soprattutto che un accorpamento di sei tribunali in due (Avezzano e Sulmona sarebbero finiti all'Aquila e Lanciano e Vasto a Chieti) da attuare in sette mesi era una missione impossibile. Consapevole dell'impossibilità di fondere i tribunali all'Aquila e a Chieti, dove mancano attualmente strutture adeguate ad accogliere gli altri tribunali, il ministro Cartabia inizialmente, insieme ai dirigenti di Palazzo Piacentini, pare avesse pensato di procedere a un accorpamento formale, lasciando delle succursali sul territorio, fino a quando non si sarebbero trovati gli spazi necessari al trasferimento effettivo.
L’AZIONE DIPLOMATICA
Alla fine però l'azione diplomatica messa in campo da più parti ha convinto il ministero della necessità di programmare in modo più strutturato la chiusura e il trasferimento dei quattro tribunali. D'altronde la legge che ha disposto la chiusura di decine di tribunali italiani, tra cui i quattro abruzzesi, risale ormai a dieci anni fa e l’applicazione della riforma ha dimostrato che i tagli di spesa a cui era finalizzata non sono avvenuti. Oltre agli emendamenti presentati dai parlamentari abruzzesi, che alcuni giorni fa hanno anche incontrato il ministro per perorare la causa, si sono aggiunte le richieste del territorio. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, si è fatto promotore, su mandato degli stessi parlamentari, di un incontro in ministero insieme ai presidenti degli ordini degli avvocati dei quattro tribunali. Anche in quell’occasione era stato sottoposto alla Cartabia lo scenario insostenibile che si sarebbe venuto a creare in caso di chiusura dei tribunali, con la paralisi dell'attività giudiziaria e con rinvii di processi in un periodo particolare come quello legato all'emergenza Covid.
REVOCATO LO SCIOPERO
L'approvazione dell'emendamento in commissione permetterà la revoca del maxi sciopero di 1.500 avvocati dei quattro ordini professionali previsto per lunedì 21 febbraio. I tempi ci sono, visto che la revoca deve avvenire quattro giorni prima del giorno prefissato. Lo sciopero era stato proclamato nei giorni scorsi prima dai 600 avvocati di Avezzano e poi a seguire dagli altri tre ordini. L'astensione dai processi ci sarebbe stata dal 21 febbraio al 1° marzo, con esclusione delle udienze relative a imputati in custodia cautelare. Ora, come già evidenziato nei documenti deliberati dalle assemblee, si procede alla cancellazione di una protesta che sarebbe stata senza precedenti in Abruzzo.
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