Truffa all’Inps coi finti malati Il pm chiede 7 rinvii a giudizio

L’inchiesta sfiorò anche la società di Vito Taccone.

AVEZZANO. Sono accusati di associazione a delinquere e di truffa ai danni dell’Inps per aver percepito erogazioni di soldi pubblici con falsi rapporti di lavoro. Per tale motivo sette marsicani finiranno davanti al Gup del tribunale. Il pm ha infatti chiesto il rinvio a giudizio.
L’indagine mosse i primi passi già nel 2005, quando gli uomini delle Fiamme gialle iniziarono a indagare su una delle aziende coinvolte nella vicenda.
Subito dopo l’inchiesta si allargò e finirono nel mirino degli investigatori diversi imprenditori. Ora, dopo la chiusura delle indagini preliminari, il sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Guido Cocco, ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone.
L’udienza è stata fissata dal giudice per il 9 marzo. In aula gli imputati Attilio Di Stefano, Carlo Di Salvatore, Giancarlo Mai, Ulisse Di Biase, Domenico Di Renzo, Anna Maria Cerone, Angelita Cerone.

Secondo l’accusa, gli imputati, in associazione tra loro, si sarebbero appropriati indebitamente di erogazioni statali di sostegno al reddito dei lavoratori emesse dalla sede avezzanese dell’Istituto di previdenza sociale. I soldi, secondo la Procura di Avezzano, sono stati emessi sotto forma di prestazioni di disoccupazione e di malattia. I lavoratori erano prevalentemente impiegati nel settore edile, ma c’erano anche mansioni di altro genere. Tutto ciò avveniva, secondo quanto emerso dalle indagini della compagnia della Guardia di Finanza di Avezzano, con la simulazione di fittizi rapporti di lavoro avviati e poi interrotti all’occorrenza tra «società di comodo» di fatto non operative. Il meccanismo, inoltre, sarebbe andato avanti per diverso tempo.

Nell’inchiesta era finita anche la società Videocomp amministrata dall’ex campione di ciclismo, Vito Taccone, morto all’età di 67 anni dopo l’apertura dell’inchiesta. All’Inps venivano presentati certificati medici di malattia subito dopo il simulato licenziamento, in modo da far gravare l’onere dell’indennità di malattia direttamente sull’Istituto previdenziale e quindi sullo Stato.

Gli avvocati Antonio Milo, Emilio Amiconi, Vincenzo Pietrobattista, Mario Emilio Paolini e Giuseppe Giannini compongono il collegio difensivo.