Uffici postali minori, rischio soppressione

Allarme soprattutto dalle frazioni. L’appello dei cittadini: servizio da mantenere

L’AQUILA. Tredici uffici postali che prima del 5 aprile erano localizzati in altrettanti frazioni del Comune dell’Aquila potrebbero non essere riaperti. Il grido di allarme viene dai cittadini che si stanno organizzando per avviare una mobilitazione che consenta il mantenimento del servizio in paesi già tanto penalizzati dal sisma e le cui comunità sono a rischio disgregazione.

Il numero di 13 uffici a rischio (sono quelli chiusi dopo il terremoto per i danni ai locali che li ospitavano) è un dato complessivo che arriva da fonti sindacali. In particolare la soppressione riguarderebbe le frazioni di Onna, San Gregorio, Bazzano, Camarda, Roio, Monticchio e di un’altra serie di paesi che ricadono nel territorio comunale dell’Aquila. Sempre fonti sindacali parlano di una volontà da parte delle Poste di ridurre il numero degli uffici postali (anche a causa della mancanza ormai cronica di personale) mantenendo solo gli uffici più importanti dove concentrare risorse umane e tutti i servizi (vecchi e nuovi) all’utenza. I sindacati temono anche che nel periodo invernale possano essere soppressi in alcuni Comuni terremotati dell’Aquilano (per esempio Barisciano e San Demetrio) i camper che hanno sostituito nel periodo post terremoto le strutture fisse chiuse a causa del sisma.

CAMARDA. Un grido di allarme e l’annuncio della mobilitazione degli abitanti arriva da Camarda. Carmelo Marotta a nome dei residenti chiede che «il servizio postale venga al più presto ripristinato, non accetteremo la soppressione dell’ufficio postale e siamo pronti anche a manifestazioni clamorose».

MONTICCHIO. I consiglieri di circoscrizione Massimo De Simone e Enrico Cocciolone in una nota scrivono: «Da quando ha chiuso il campo “Monticchio 1” (presso multisala Garden), ha chiuso anche l’ufficio postale che svolgeva il servizio all’interno di un camper. Nonostante le diverse sollecitazioni a vari livelli e la messa a disposizione di locali da parte di un privato cittadino, tra l’altro posti in una felice posizione e nonostante alcuni tecnici delle Poste, inviati ad effettuare un sopralluogo nel mese di agosto abbiano riscontrato un’ottima impressione, sia per la spaziosità del locale, sia per la logistica e sia per il facile adeguamento per permettere l’accesso ai portatori di handicap, ad oggi non si hanno notizie né riscontri in merito. L’ufficio postale di Monticchio è stato da sempre uno dei più frequentati della zona, tanto che prima del sisma si ipotizzava il raddoppio del personale.

Questa inspiegabile chiusura e questo silenzio ingiustificato da parte dell’Ente Poste, sta creando non pochi grattacapi ai cittadini, alle persone più anziane e a tutti i correntisti, che per versare un assegno ti fanno girare a vuoto da un ufficio all’altro senza concludere nulla. Non ci si rende conto del grave disagio che si sta perpretando giornalmente a danno della collettività e dell’intera vallata, umiliata e lasciata allo sbando. Noi non vogliamo ciò, ma vogliamo un servizio che sia presente, che risponda alle esigenze dei cittadini, utile ed efficiente. Monticchio non può perdere anche quest’ultimo “baluardo” rimasto, perciò lanciamo un appello a tutte le Istituzioni, Regione, Provincia, Comune, affinché intervengano a sostegno della “giusta causa” ristabilendo un giusto equilibrio tra servizi e cittadini,soprattutto a sostegno delle fasce più deboli e svantaggiate.

MARRUCI. A Marruci di Pizzoli si è svolta un’assemblea «per la difesa e il rafforzamento dell’ufficio postale che ha ripreso il funzionamento per tre giorni la settimana» anche grazie alle proteste e alle petizioni promosse dal comitato popolare.