LA CORSA

Un aquilano nella 100 km del Sahara: "Mi sono ripreso solo dopo quattro flebo di fisiologica"

Il 46enne Dell’Isola centra il quarto posto: «La più bella medaglia di sempre»

L’AQUILA. Cento chilometri di corsa attraverso il deserto, nel sud della Tunisia, sfidando le incognite del vento, ma anche vesciche, disidratazione, febbre e distorsioni articolari in una prova in cui a vincere non sono i più forti, ma i più meticolosi e intelligenti nella gestione di energia, attrezzatura, approccio mentale.

Una competizione, la 100 chilometri del Sahara organizzata da Zitoway che quest’anno ha raccolto iscritti da Italia, Francia, Argentina, Svizzera, Belgio, Russia e Ucraina. Tra loro anche Fabrizio Dell’Isola, runner di Atletica Abruzzo L’Aquila, giunto al quarto posto assoluto con il tempo di 9 ore 38 minuti e 22 secondi.

Cinque tappe su quattro giorni con tre notti nel deserto in campo tendato permanente con docce da campo e postazione infermeria. «Un percorso molto complicato che tra dune alte fino a 100 metri», spiega Dell’Isola che vive a Barisciano e lavora nell’area industriale di Bazzano. «Cinque tappe impegnative, chiudo la prima di 12 chilometri, in notturna, al terzo posto. La seconda tappa, lunga 21 chilometri da correre sulla montagna del Tembaine, mi mette in forte crisi. Arrivo undicesimo e perdo posizioni in classifica generale. A fine gara, il medico mi somministra quattro flebo di fisiologica, dicendomi di vedermi vicino al collasso: mi rimettono al mondo».

Il giorno successivo tornano gambe e testa. «Dopo la terza tappa di 22 chilometri», prosegue il racconto, «risalgo al quinto posto in classifica generale. Nella dieci chilometri in notturna la quarta tappa che si corre nello stesso giorno, mi sento molto bene. Spingo fino a piazzarmi terzo assoluto (quarto in classifica generale). «La tappa conclusiva di 35 chilometri mi vede amministrare il quarto posto in solitaria, guardandomi le spalle ma non troppo».

Troppo lontani Davide Gasparini e Manuel Stasia per tentare l’assalto al podio. A vincere la prova maschile è stato lo svizzero Robert Maggi. La gara femminile ha visto la conferma al primo posto di Lorena Piastra, come lo scorso anno. «Chi l’avrebbe mai detto», conclude Dell’Isola, «che arrivavo da due mesi con pochi chilometri sulle gambe e un dolore alla bicipite femorale sinistro che non mi faceva correre sereno. Una gran bella medaglia di legno, la più bella di sempre».

Quarantasei anni compiuti, Dell’Isola non è nuovo a sfide impegnative, sia in trail sia su strada. Tra queste, l’Ultramaratona del Gran Sasso di 50 chilometri e soprattutto la corsa del Passatore, 100 chilometri no-stop da Firenze a Faenza, completata nel 2019. Ha anche partecipato alle maratone di Milano, Roma e Londra ed è membro del direttivo di Atletica Abruzzo L’Aquila. Per lui anche la soddisfazione di aver partecipato a una gara del tutto innovativa dal punto della sostenibilità ambientale. Quest’anno, infatti, l’ente organizzatore della 100 chilometri del Sahara si è posto l’obiettivo di compensare totalmente le emissioni provenienti dalla realizzazione della gara e connesse all’utilizzo di combustibili fossili in loco. (fab.i.)