Università L'Aquila, tagli ai finanziamentiLa Gelmini fa sparire due milioni di euro

I tagli decisi dal ministro dell'istruzione e da Tremoni: si teme un ridimensionamento che potrebbe avere effetti negativi per l’economia di tutta la città. L'Ateneo, prima del terremoto, era una delle più importanti "industrie" della città. Gli studenti dell'Udu furiosi con il ministro Gelmini: "Una rapina che tradisce gli accordi"

L'AQUILA. Gli studenti dell'Udu (Unione degli universitari) la chiamano «rapina». È il taglio di oltre 2milioni e mezzo di euro fatto dai ministeri dell'Economia e dell'Istruzione all'Università dell'Aquila. Una decurtazione di fondi che non rispetterebbe, tra l'altro, gli accordi presi con gli stessi ministeri nei mesi appena successivi al terremoto e che potrebbe causare gravi danni ad un Ateneo già in difficoltà.

«Mentre l'Università dell'Aquila si accingeva a chiudere per le festività, invece di Babbo Natale e della Befana, a Roma si organizzava la Banda Bassotti Tremonti-Gelmini» scrivono in una nota i rappresentanti dell'Udu, Chiara Juchich e Michele Di Biase. «Il 21 dicembre è stato firmato il decreto ministeriale per ripartire il fondo di finanziamento ordinario delle Università (Ffo) del 2010, registrato alla Corte dei conti addirittura il 30 dicembre, ad un giorno dalla chiusura dell'esercizio finanziario interessato».

Il decreto, a firma Gelmini, taglia del 3,72% i fondi destinati all'Università dell'Aquila per l'anno 2010, ovvero per l'esercizio finanziario sostanzialmente chiuso. «Un taglio duro che riduce di 2 milioni e 548.200 euro i fondi del 2010 e che non rispetta l'accordo di programma stipulato tra l'Università dell'Aquila e il Ministero nel dopo-terremoto, accordo che sarebbe servito proprio a congelare il fondo di finanziamento ordinario dell'Ateneo aquilano, preservandolo dalle difficoltà post-sisma e dai tagli ministeriali» continuano gli studenti. «Una vera e propria rapina» da parte della Gelmini, che fa cassa a spese degli accordi nati per garantire un futuro all'Università dell'Aquila».

E' per questo che l'Unione degli universitari annuncia da subito proteste per il 2011 ed invita l'intera comunità accademica e cittadina a reagire. «Riteniamo ormai indispensabile» concludono i rappresentanti del sindacato studentesco «riaprire il confronto con il Governo sul futuro dell'Università, una priorità assoluta per la città, se si vuole evitare che L'Aquila diventi solo città dell'edilizia». Il taglio è inaccettabile, secondo gli studenti, tanto più in un momento di difficoltà per l'Ateneo del capoluogo.

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