sette anni fa il sisma

Verità e giustizia sul terremoto, aquilani in piazza

In una partecipata manifestazione svoltasi davanti all'auditorium del Parco, Vittorini e altri familiari delle vittime lanciano un appello a Bertolaso affinchè rinunci alla prescrizione e annunciano il ricorso alla Corte di giustizia europea contro la sentenza assolutoria della Corte di Cassazione

L’AQUILA. Ricorso alla Corte di giustizia europea contro la sentenza della Corte di Cassazione, che nel novembre scorso ha stabilito che la Commissione Grandi rischi (condannata in primo grado all’Aquila) «non è colpevole» di avere rassicurato la popolazione per il rischio sismico e quindi nemmeno della «strage del 6 aprile 2009». Lo è soltanto il vicecapo della Protezione civile all’epoca del sisma, Bernardo De Bernardinis, chiamato a pagare per le colpe di tutti in Appello e poi in terzo grado di giudizio.

L'Aquila, verità e giustizia sul terremoto
Centinaia di aquilani in piazza Castello per partecipare alla manifestazione "Per una giustizia italiana che non dimentichi la strage dell'Aquila del 6 aprile 2009" organizzata dai familiari delle vittime. Il comitato ha chiesto a Bertolaso di rinunciare alla prescrizione, inoltre presenterà un ricorso alla Corte di Giustizia contro le assoluzioni della Cassazione. Scelta come data simbolo il 30 marzo, giorno in cui Bertolaso telefonò all'assessore Stati per dare il via all'operazione mediatica che sminuì i rischi dello sciame sismico. (video di Raniero Pizzi)http://bit.ly/1Rzoqc3

E una lettera indirizzata all’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso firmata da cittadini aquilani arrivati in molti ieri al Parco del Castello per rispondere alla chiamata di alcuni tra i familiari delle vittime del sisma (Vincenzo Vittorini, Maurizio Cora, Pier Paolo Visione e Massimo Cinque) che hanno organizzato la manifestazione “Per una giustizia italiana che non dimentichi la strage dell’Aquila del 6 aprile 2009”. «Stringetevi a noi, non lasciateci soli, la battaglia per la verità processuale non è solo di chi ha perso dei cari ma è di tutta la città», ha detto Vittorini davanti a tante persone, tra loro volti diversi da quelli soliti che in questi anni hanno seguito i familiari delle vittime in tutte le aule di tribunale. Ma la vera vittoria si avrà soltanto quando questi due annunci, fatti da Cora, che nel sisma ha perso la moglie e due figlie, saranno concretizzati. Bertolaso dovrà accogliere le richieste della lettera e formalizzare finalmente la sua promessa, fatta più volte da quando è candidato sindaco a Roma in varie interviste, di rinunciare alla prescrizione (che cade a ottobre) nell’ambito del processo “Grandi rischi bis” che lo vede imputato. Dovrà depositare un atto al tribunale dell’Aquila entro il 6 aprile, settimo anniversario del sisma. «Se non lo farà vuol dire che ci sta prendendo in giro», ha chiosato Cora, con la voce rotta dalla commozione quando si è detto «felice per la presenza del vessillo comunale» dopo il lungo intervento di Vittorini. Una chiamata a raccolta di tutta la città affinché i familiari di figli, mogli, fratelli, nipoti morti sotto le macerie non vengano lasciati soli a combattere. «Fermiamo questa operazione mediatica avviata da Bertolaso il 30 marzo del 2009 e ancora in corso», ha detto Vittorini. Anche la politica, per una volta, è uscita dai suoi luoghi chiusi: c’era il vicesindaco Nicola Trifuoggi (ma non il sindaco Massimo Cialente, ritenuto uno dei “responsabili” del naufragio dei processi alla Grandi rischi), c’erano consiglieri e assessori, mentre le senatrici Stefania Pezzopane (Pd) ed Enza Blundo (M5S) hanno comunicato «vicinanza ai familiari delle vittime».

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