Vesuvius, i dipendenti occupano l’azienda

Oggi vertice decisivo al ministero, in ballo la posizione degli 83 dipendenti in assemblea permanente

AVEZZANO. «Il lavoro è dignità, voi ce l’avete tolta». Una scritta rossa su un telo nero sventolava ieri alla Vesuvius. A scriverla sono stati gli 83 dipendenti dello stabilimento in vista dell’incontro previsto per oggi al ministero del Lavoro per l’avvio delle trattative di fine rapporto.

Dopo l’assemblea, gli operai hanno deciso di occupare l’azienda come stanno facendo anche i loro colleghi di Macchiareddu, lo stabilimento sardo che verrà chiuso contemporaneamente a quello di Avezzano. I dipendenti, che nel giro di qualche giorno rimarranno senza lavoro, hanno avviato un’assemblea permanente ma sono stanchi e sfiduciati. Da primavera lottano contro la multinazionale londinese per tutelare il posto di lavoro e, nonostante le rassicurazioni iniziali, a fine anno i cancelli della Vesuvius verranno chiusi. Sono andati a bussare alle sedi di Londra e Bruxelles, ma non c’è stato verso di convincere la società a rimanere in Italia.

«Abbiamo deciso di avviare l’assemblea permanente», ha spiegato Emiliano Di Salvatore della rsu, «in attesa del vertice al ministero. Vogliamo dare un segnale alla società e andremo avanti fino a quando le trattative non saranno terminate». I lavoratori marsicani sono in contatto continuamente con i colleghi sardi che la scorsa settimana avevano deciso di avviare lo sciopero della fame. C’è attesa per il vertice di oggi che potrebbe essere determinante. Sul piatto della bilancia ora ci sono gli 83 dipendenti dello stabilimento del nucleo di Avezzano e i 105 di quello sardo. L’azienda ha già avanzato proposte per il trattamento di fine rapporto negli incontri precedenti con le parti sociali, ma bisognerà ora trovare un’intesa. La multinazionale è pronta a trasferire l’attività nell’Europa dell’Est e di conseguenza a chiudere i siti di Avezzano e Macchiareddu, ma non a rinunciare alla fornitura di piastre per altiforni a tutti i clienti italiani, tra cui l’Ilva di Taranto. Questo aspetto sarà oggetto di discussione al ministero. Intanto per la fabbrica marsicana continua la trattativa per la cessione e il reinserimento di tutto l’organico. Inizialmente la Vesuvius aveva annunciato di non voler vendere lo stabilimento a un competitor, poi la situazione è cambiata e per questo già ci sarebbero in ballo diverse società pronte a riassorbire i dipendenti e lo stabilimento per una nuova produzione. (e.b.)

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