Palazzo di giustizia di Avezzano

CELANO

"Violenza choc inventata", l'ex scagionato dopo 7 mesi

La commerciante l'aveva denunciato e il giudice l'aveva sottoposto a divieto di avvicinamento. Ora lei rischia la segnalazione per calunnia

CELANO. Aveva denunciato l’ex compagno accusandolo di averla minacciata con un coltello, legata alla spalliera del letto, violentata e seviziata per ore. Ma per la Procura si era inventata tutto. Ora rischia una denuncia per calunnia.

Lei, una commerciante di Celano, si era presentata negli uffici del commissariato di via Allende per denunciare l’uomo con il quale aveva avuto una relazione sentimentale. Aveva raccontato di aver subìto una violenza sessuale da parte dell’ex compagno, un 43enne di Avezzano, che era riuscito a farsi aprire la porta di casa con il pretesto di dover prendere degli indumenti. Poi, una volta dentro l’abitazione, secondo il racconto, aveva tirato fuori un coltello. Sotto minaccia l’aveva legata con il braccio sinistro alla spalliera del letto costringendola a un rapporto sessuale, ricorrendo anche a sevizie di varia natura. Infine le aveva portato via del denaro dalla borsa. In virtù del codice rosso, la legge 69 del 19 luglio 2019 a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, lui era stato indagato e immediatamente raggiunto dal divieto di avvicinamento.

L’altro giorno, dopo sette mesi, sono cadute le accuse di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, rapina e lesioni volontarie nei confronti dell’avezzanese difeso dall’avvocato Cristian Carpineta. Nel corso dell’incidente probatorio, durato oltre quattro ore, la donna si sarebbe contraddetta più volte alimentando dubbi e facendo cadere l’impianto accusatorio. Alla fine di giugno il pm, Ugo Timpano, sulla scorta dell’incidente probatorio e delle successive consulenze tecniche sui cellulari dei due, ha presentato istanza di archiviazione. Richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, che ha disposto l'archiviazione «perché la notizia di reato è infondata». Alle contraddizioni emerse durante il lungo incidente probatorio si sono uniti i riscontri tecnici sulle chiamate, sui messaggi e sulle celle telefoniche che hanno scagionato l’uomo dalle gravi accuse.

Caduta anche la misure cautelare cui il 43enne era stato sottoposto dal gip Maria Proia che gli aveva intimato di mantenere una distanza di almeno 500 metri dall’abitazione, dal luogo di lavoro e da quelli frequentati dalla presunta vittima con l’aggravante del divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con la ex compagna. «Ora procederemo a tutelarci, come per legge», dichiara l’avvocato Carpineta.