Violenza sessuale sulla ex moglie Giovane di Pratola Peligna a giudizio

21 Aprile 2012

Costringeva la donna a rapporti dopo la separazione e la ingiuriava davanti ai figli

PRATOLA. Costringeva l'ex convivente ad avere rapporti sessuali anche dopo la loro separazione. La sminuiva davanti alle figlie mandandole messaggi telefonici offensivi. Ieri E.M. è stato rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale e ingiurie.

A farne le spese, una 28enne di origine romena come il suo ex compagno che ha 32 anni. Il gup Massimo Marasca ha fissato al prossimo 11 luglio la prima udienza del processo. I fatti risalgono al 2008, un anno dopo il loro arrivo in Italia, quando tra la giovane coppia sono iniziati i problemi a causa di incomprensioni di carattere. I due vivevano in un'abitazione di Pratola Peligna fino a quando la donna, stufa di subire le vessazioni dell'uomo che molto spesso sfociavano anche nella violenza fisica, ha deciso di chiedere la separazione.

Era il giugno del 2008 quando la donna, che nel procedimento a carico del suo ex compagno si è costituita parte civile, andò a vivere con i genitori in un'altra casa di Pratola Peligna iniziando le pratiche per la separazione legale. Durante questo periodo il romeno ha sempre continuato a maltrattare la moglie con ingiurie telefoniche e alla presenza delle figlie, in quelle poche occasioni quando si incontravano per consentire al padre di vedere le due bambine e stare con loro. Poi, nel giugno del 2008, inventandosi una scusa, l'uomo ha convinto la moglie e seguirlo nella vecchia casa dove convivevano per spiegarle alcune situazioni.

Ma nel corso dell'incontro il romeno avrebbe costretto l'ex convivivente ad avere un rapporto sessuale completo, prendendola di peso e trascinandola sul letto, vincendo ogni resistenza e facendole uso della sua forza fisica.

Subito dopo sarebbe andato via lasciando la donna in lacrime.

Nell'udienza di ieri con l'imputato contumace, il legale della donna, l'avvocato Serafino Speranza, dopo essersi costituito parte civile, ha chiesto un maxi risarcimento di 100mila euro per i danni economici, psicologici e d'immagine subiti dalla sua assistita.

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