«Voglio aiutare questa città a vivere bene»

Il nuovo questore Maiorano si presenta: «La squadra della polizia ha altissime professionalità»

L’AQUILA. Con una vigorosa stretta di mano, virtualmente estesa a tutta la città, il nuovo questore Antonio Maiorano si presenta nel giorno del suo insediamento all’Aquila.

Arriva da una terra di quelle forti e legate alle proprie tradizioni, come la Calabria, alla quale è rimasto attaccato nonostante sia stato negli anni questore a Trieste (da dove si è appena trasferito), Lecce, Pordenone, Terni, girando mezza Italia, «perché soltanto chi rimane attaccato alle tradizioni può svolgere con passione il proprio lavoro», dice. Rivendicando la sua inflessione calabrese di Scala Coeli, il paesino della provincia di Cosenza da cui proviene Maiorano, classe 1953, laureato in Giurisprudenza, una moglie e due figlie «che mi aspettano pazientemente a Roma, mia città adottiva, nei vari spostamenti a cui il lavoro mi porta».

Il questore, nel corso della sua presentazione, annuncia di voler portare «il mio contributo, facendo tutto quanto possibile per aiutare questa città a vivere bene». Città nella quale Maiorano si dice «ben lieto» di essere stato mandato. «Proseguirò il lavoro dei miei predecessori», aggiunge. Nei giorni scorsi ha infatti incontrato, per un rapido passaggio di consegne, il questore uscente Alfonso Terribile, andato a Roma per ricoprire un nuovo ruolo al ministero dell’Interno dopo 23 mesi nel capoluogo martoriato dal sisma.

«Arrivo con molto spirito d’iniziativa e con tanta attenzione, perché conosco bene le tragiche vicende che ha sofferto L’Aquila. Spero di poter dare il mio aiuto per avvicinarla a una vita più normale».

Ma al centro dell’operato di Maiorano – secondo il quale «i questori non sono altro che capitani che vanno e vengono, ma poi è la squadra che resta in città a dover avere la possibilità di esprimersi, e la nostra questura ha altissime professionalità dimostrate in situazioni difficili» – ci saranno la prevenzione («quando si compie un reato è già una sconfitta, anche se un mondo senza reati sarebbe il Paradiso»); la sicurezza («una missione sociale»); la lotta alle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post-sisma. Quanto a quest’ultimo fronte, Maiorano precisa: «Metterò in campo un po’ anche il mio passato. Quando ero più giovane sono stato investigatore facendo tutti i passaggi, dall’Anticrimine alla squadra Mobile alla Direzione investigativa antimafia».

Ieri, intanto, i primi incontri istituzionali con il prefetto dell’Aquila e i vertici locali dell’Arma dei carabinieri. Oggi e nei prossimi giorni è previsto il saluto con i magistrati, la Guardia di Finanza e le autorità politiche.(m.g.)

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