Volontariato, sale e 14 posti letto

17 Luglio 2011

Inaugurati i 1400 metri quadrati per associazioni ed enti non profit

L'AQUILA. Sullo schermo scorrono le immagini dell'Italia solidale, accorsa in massa per aiutare la popolazione ancora smarrita dopo la furia del terremoto. Quando finiscono, si alza spontaneo un lungo applauso. La sala è stracolma, nel giorno del taglio del nastro: la porta della Casa del volontariato e dell'associazionismo si apre alla città, simbolo di una ricostruzione sociale già avviata. C'è tantissima gente a fare da cornice alla cerimonia di inaugurazione, con la banda di Paganica che sotto un sole cocente intona l'Inno di Mameli. Il complesso destinato a ospitare le organizzazioni di volontariato, pensato subito dopo il sisma e realizzato grazie a una rete di donazioni, è ormai una realtà.

Si staglia davanti alla collina verde di Roio, in via Saragat, a Pile, accanto alle nuove sedi dei sindacati e ai grandi centri commerciali, diventati luoghi nevralgici della dispersa comunità aquilana. Gli artefici del progetto non riescono a nascondere l'emozione, trascinati dalla presenza di centinaia di persone che l'aula congressi riesce a malapena a contenere. La Casa del volontariato e dell'associazionismo è stata fortemente voluta dal Csvaq, il Centro di servizio per il volontariato dell'Aquila, e dal Csvnet, il Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato. Due sigle dietro le quali ci sono uomini e donne che quotidianamente si danno da fare per gli altri, ponendosi piccoli e grandi traguardi.

«Questa casa», dice Gianvito Pappalepore, presidente del Csvaq, «è un segno di speranza per la ricostruzione del nostro territorio, il simbolo di un volontariato che sa trasformare i sogni in realtà. La nostra prossima sfida sarà la nascita e lo sviluppo di una Fondazione di Comunità nella provincia dell'Aquila». Di sogni parla anche Roberto Museo, direttore del Csvnet: «Se si sogna da soli, resta un sogno. Ma se si sogna insieme, il sogno diventa realtà». L'importanza dello stare insieme, della socialità ritrovata, viene sottolineata anche dal vescovo ausiliare Giovanni D'Ercole: «Siamo nella casa dell'accoglienza, dove non solo ci si siede uno accanto all'altro, ma ci si guarda negli occhi e si parla il linguaggio dell'amore».

Sono due le strutture che compongono la Casa, per un totale di 1400 metri quadrati. La prima ospiterà gli uffici del Csv dell'Aquila, ma anche spazi funzionali per i giovani, una foresteria con 14 posti letto, un centro di documentazione, sale a disposizione delle varie associazioni. La seconda sarà la sede di dieci enti non profit, che hanno deciso di credere nel progetto. Costo complessivo dell'opera 2 milioni e 655mila euro, finanziato per il 64% da donazioni di fondazioni bancarie, dei centri di servizio per il volontariato, di istituzioni filantropiche e di oltre 500 semplici cittadini. Per completarla mancano, dunque, circa 739mila euro. «Oggi il volontariato aquilano», ha affermato Marco Granelli, presidente del Csvnet, «si dota di strumenti solidi, per essere sempre più capace di aiutare la comunità a ricostruire relazioni, socialità e solidarietà».

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