È BALZANO IL SIMBOLO DEL PESCARA RITROVATO

26 Agosto 2013

Ha ripreso a correre da un capo all'altro del campo come nel corso della fantastica stagione della promozione, gli è bastato l'inizio dell'estate per liberarsi di freni, scorie e paure che ne avevano...

Ha ripreso a correre da un capo all'altro del campo come nel corso della fantastica stagione della promozione, gli è bastato l'inizio dell'estate per liberarsi di freni, scorie e paure che ne avevano condizionato il rendimento durante la sciagurata parentesi in serie A, ha riscoperto in fretta il calcio che meglio sa interpretare per caratteristiche fisiche e tecniche. Antonio Balzano, capitano non per caso, è l'emblema, il simbolo del Pescara nuovo corso messo su da Marino.

Difensore attento e tignoso lungo l'out ma pure attaccante in più quando c'è da ribaltare il gioco, il tutto sempre al servizio del collettivo. Dal suo piede sono partiti i due assist che hanno esaltato il gran momento di Maniero nel vittorioso esordio con la Juve Stabia, in più ci ha messo una prestazione di grande spessore, senza momenti di pausa o cali di concentrazione, senza tirarsi indietro quando le situazioni in campo gli chiedevano di dare una mano a un compagno in difficoltà. Un suo recupero difensivo nel primo tempo, dopo aver attraversato di gran carriera tutta l'area, è stato un autentico pezzo di bravura per tempismo, dedizione alla causa e mestiere. Gli altri, accanto a lui, non sono stati da meno per quel che riguarda atteggiamento, approccio alla gara e mentalità, ognuno ci ha messo di suo nell'interpretazione dei compiti assegnati da Marino, il risultato che ne è venuto fuori è stato un match perfettamente in linea con quelle che erano le attese della vigilia, ottenendo assieme a una larga vittoria all'esordio in campionato anche i consensi più ampi da parte degli oltre 12mila tifosi che hanno seguito con entusiasmo la prima, riuscita recita da tre punti.

Nessuna sorpresa, per la verità, piuttosto una conferma visto che il Pescara a questo esame di avvio non ci è arrivato a fari spenti. Le carte le aveva anzi scoperte con largo anticipo, con un crescendo che ha accompagnato il percorso di Marino e della sua truppa dai primi giorni del ritiro di Rivisondoli fino agli impegni di Coppa. Una squadra con una sua precisa identità, come detto più volte nel corso della marcia di avvicinamento al campionato, un organico attrezzato e competitivo, guidato al meglio e con idee chiare da un allenatore preparato al quale non fanno certo difetto personalità e carisma non solo per plasmare la squadra secondo i suoi orientamenti tecnico-tattici ma anche per gestire con mestiere e professionalità il gruppo nutrito e di qualità che gli è stato consegnato dalla società grazie al prezioso lavoro e alle felici intuizioni di Repetto e di Acri.

Una gestione che ha permesso di assorbire senza problemi assenze importanti e infortuni che hanno costretto Marino a cambiare formazione a gara in corso. Sabato erano di fronte due squadre entrambe rinnovate per sette undicesimi ma la differenza vista in campo è stata abissale col Pescara che giocava sul serio a pallone e la Juve Stabia che si arrangiava per contenere i danni. Anche questo particolare vorrà dire qualcosa, o no? E' vero che è stato solo il primo esame ma per ora basta e avanza, nella convinzione comunque che quando hai qualità e idee chiare è difficile perdersi per strada.

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