Per pagare la Tari contano i metri quadri e non i vani

Cambiano le regole per stabilire il valore immobiliare e calcolare le tasse Il suggerimento dei tecnici: controllare se le misure rilevate sono esatte
CHIETI. Nuove visure catastali, l’Agenzia del territorio di viale Amendola si adegua alla riforma ministeriale e riaprirà al pubblico soltanto domani mattina per consentire di immagazzinare una serie di dati telematici. Indispensabili per produrre le nuove visure catastali degli immobili di categoria “A”, ovvero abitazioni, uffici e studi professionali. Potrebbero cambiare, di conseguenza, i calcoli per il pagamento della Tari, la tassa sulla nettezza urbana. Questo perché le visure non conterranno più il numero dei “vani”, ossia degli ambienti dell’immobile, bensì i metri quadrati “lordi” e al netto dei balconi esterni. In questo modo il conteggio per il pagamento della quota della Tari sarà più veritiero e consentirà agli enti pubblici di effettuare una serie di controlli incrociati per evitare, ad esempio, che qualche contribuente abbia sbagliato i calcoli di metratura della sua abitazione o ufficio.
COSA CAMBIA. Le novità introdotte dall’Agenzia delle Entrate si sono concretizzate, dopo molti annunci rimasti lettera morta, soltanto la scorsa settimana. Quando le classiche visure catastali hanno cambiato pelle. Questo perché chi adesso richiede una visura ottiene la metratura esatta dell’alloggio in cui abita o dell’ufficio in cui lavora. Una rivoluzione che viaggia veloce per via telematica con un programma nazionale, in dotazione all’Agenzia delle Entrate-Servizi Catastali, ossia l’ex Ufficio tecnico erariale di viale Amendola, che trasforma le vecchie piantine catastali in metri quadri “lordi” e “netti”. Nel primo caso si tiene conto anche della presenza di eventuali balconi annessi all’appartamento o all’ufficio mentre, nel secondo caso, del netto di terrazze o altre estensioni simili dell’immobile. Le nuove visure catastali quindi, come fanno sapere dagli ex uffici del Catasto, consentiranno «di superare le distorsioni derivanti dall’espressione della superficie degli immobili in “vani catastali” che portavano, ad esempio, appartamenti con la stessa superficie e situati nello stesso Comune ad avere rendite catastali diverse in seguito a calcoli complicati e farraginosi».
CALCOLO DELLA TARI. Sarà più semplice per il Comune e per la Teate servizi, la società che cura la riscossione dei tributi per conto dell’ente. I contribuenti, al tempo stesso, potranno controllare se il calcolo della bolletta sulla nettezza urbana effettuato sia corretto o meno. Qualora venissero fuori delle incongruenze tra la fattura richiesta per la metratura dell’immobile calcolata e i metri quadrati reali della casa, potrà essere inoltrata una segnalazione telematica all’Agenzia delle Entrate per chiedere aggiustamenti.
CONSIGLI AGLI UTENTI. Il suggerimento dei tecnici e degli esperti è quello di controllare i metri quadrati che l’Agenzia del Territorio attribuirà ai rispettivi immobili. Una precauzione necessaria considerando che i calcoli sulle superfici calpestabili delle unità immobiliari di categoria “A” sono eseguiti su dati storici. Insomma un errore ci può sempre scappare e si riverserebbe, in negativo, sul calcolo della Tari. Che, come si sa, viene quantificata in base al numero dei soggetti che abitano nella casa ed alla superficie interna dell’alloggio con l’esclusione delle aree scoperte come terrazze e balconi. E’ quanto mai opportuno, quindi, controllare la documentazione che si produce ai fini del calcolo della Tari richiedendo una nuova visura catastale della propria abitazione.