«A Farindola una filiera del cinghiale»

La proposta del sindaco Lacchetta: accordo con le associazioni venatorie per la caccia controllata

FARINDOLA. L’emergenza cinghiali, da problema ad opportunità. È questa la proposta che il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta ha inviato all’assessore all’agricoltura Dino Pepe, unitamente ad una riflessione più allargata sulle criticità e possibili interventi sul comparto agricolo, in particolare quello montano, che necessita, sostiene il primo cittadino, di una efficace valorizzazione.

L’abbandono dell’attività agricola da parte delle nuove generazioni e i continui disagi con i quali gli agricoltori rimasti devono convivere, uno tra tanti quello dei danni provocati alle coltivazioni dagli ungulati, hanno spinto l’amministrazione comunale farindolese a elaborare un progetto di rilancio dell’agricoltura montana che sia partecipato e sostenuto dalla Regione.

In sostanza, il sindaco Lacchetta lancia l’idea di una filiera del cinghiale, da costituirsi attraverso la rete delle associazioni venatorie locali, che devono essere autorizzate a cacciare anche nella zona del parco, rispettando però determinati criteri che tutelino sia i raccolti situati in prossimità di tale zona che il mammifero, la cui carne potrebbe essere poi venduta.

Per affrontare in tutti i suoi risvolti la problematica, Lacchetta suggerisce, inoltre, la costituzione di un tavolo di lavoro, che veda coinvolti i sindaci della zona pedemontana vestina, i tecnici, le associazioni di categoria e la Regione. Insieme a questa proposta, il sindaco sollecita anche un rilancio di altre attività che potrebbero costituire un supporto all’economia agricolo - turistica della zona, come la «banca del suolo» che porti al recupero dei terreni agricoli abbandonati da dare in concessione agli agricoltori e la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche locali, come il Pecorino di Farindola e la patata «Fiocco di neve».

Claudia Ficcaglia

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