Abruzzo, il prezzo è alto: un’azienda su 3 è a rischio 

Le analisi fatte dalla società Cerved prevedono grossi contraccolpi all’economia Il settore automobili e gli hotel tra i più colpiti. Resiste solo il commercio online

L’AQUILA. L'emergenza da Covid-19 costerà cara alle tasche degli abruzzesi. Stando alle previsioni del Cerved, società quotata in borsa, che elabora studi analitici per enti e privati, tra i settori che perderanno maggiore terreno c'è l'automotiv e l'Abruzzo sarà tra le regioni più colpite dagli effetti del coronavirus. Numeri e scenari del Creved Industry Forescat prevedono in arrivo «il più importante shock che ha colpito il sistema economico italiano, dal Dopoguerra ad oggi, con una perdita su scala nazionale che oscilla tra i 270 e i 650 miliardi di fatturato nel biennio 2020-2021».
GLI SCENARI. La forbice si spiega in base alla durata dell'emergenza. «Se saranno necessari dai due ai sei mesi per il ritorno alla normalità», evidenzia il Cerved, «se ci saranno crisi finanziarie innescate dal contagio e in base a quali saranno gli interventi a sostegno delle imprese e delle famiglie e le correzioni della spesa pubblica: queste le variabili». Strutture ricettive e automotiv saranno i settori più colpiti: viceversa, stando alla ricerca del Cerved, «commercio on-line, distribuzione alimentare moderna e apparecchi medicali potrebbero beneficiare, in termini economici, dall'emergenza».
ABRUZZO PIÙ COLPITO. In testa alla classifica delle regioni più colpite, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Sardegna, Piemonte e Valle D'Aosta, «dove si vedranno gli impatti più pesanti». Per il prossimo anno, invece, lo studio prevede un «rimbalzo» che riporterebbe i ricavi vicini e, in alcuni casi, ai livelli del 2019, ma le perdite saranno, comunque, rilevanti considerando che nel 2020 ci si attendeva una crescita dell'1,7% e, il prossimo anno, del 2 per cento. Nel caso in cui l'emergenza terminasse a maggio, le imprese perderebbero il 7,4% dei propri ricavi quest'anno per, poi, riprendersi nel 2021 (+9,6% la previsione).
Lo scenario più pessimistico, invece, prevede la durata dell'epidemia fino a fine 2020, con sei mesi per tornare alla normalità. In tal caso, la caduta dei ricavi delle imprese, per l'anno in corso, sarebbe molto consistente: -17,8% pari a una perdita di 470 miliardi rispetto al consueto scenario economico.
SETTORI CRITICI. In entrambe le ipotesi, a pagare il prezzo più elevato sarà il settore del turismo: alberghi (da -37,5% a -73,3%), agenzie di viaggio e tour operator (da -35,5 a -68,8%) e strutture ricettive extralberghiere (da -31,3% a -64,2%). Per il commercio on line, invece, è previsto un incremento che oscillerà tra il 26,3% e il 55%. In Abruzzo il fatturato delle imprese, secondo le previsioni di Cerved, passerà nel 2020, a causa dell'emergenza Covid-19, dai 29,2 miliardi previsti a 26 miliardi, che dovrebbero risalire a 29,1 miliardi nel 2021.
COMMERCIALISTI. L'elaborazione dei Consiglio nazionale dei commercialisti indica una potenziale perdita di Pil tra gli 85 e 100 miliardi, per ogni mese di lockdown. «Nel 2019 le attività economiche oggi chiuse avevano contributo al Pil per il 34,42, quelle chiuse parzialmente per il 23,39%, quelle ancora aperte per il 42,19%», fa sapere il Consiglio dei commercialisti, «sul fronte della produzione è prevedibile un crollo del Pil che oscilla tra il 60-70% nel periodo di blocco, tenuto conto che anche molte delle attività economiche consentite sono, comunque, penalizzate in modo fortissimo, sul lato dei consumi e della domanda». (m.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.