Abruzzo, vendemmia precoce e calo della produzione di olio
Coldiretti: «I peperoni ancora nei campi: imprese agricole chiamate a nuove sfide»
La vendemmia a luglio? Mai vista. I peperoni nei campi a novembre? Una novità assoluta. Alla faccia dei negazionisti e complottisti sparsi qua e là nel mondo. Le conseguenze dei cambiamenti climatici si sentono, eccome. Stanno modificando la geografia e la stagionalità delle produzioni con effetti che vanno previsti e gestiti.
Da un lato il Wwf che sottolinea come gli eventi estremi si siano quintuplicati in dieci anni spaccando in due l’Italia, con il rischio di perdere colture tradizionali mentre nascono nuovi mercati “tropicali”. Al sud crollano produzioni tradizionali come cereali, ciliegie e olio, in favore della nascita di nuovi mercati di frutta tropicale, mentre al nord il clima affligge il mercato del mais, le colture vinicole salgono sempre più in alta quota e per quest’anno addio al miele.
Dall’altro, Coldiretti Abruzzo evidenzia che in Italia, e l’Abruzzo non fa differenza, la temperatura media negli ultimi anni è fortemente aumentata accompagnata da una diminuzione delle precipitazioni, lunghi periodi di siccità e una tendenza generalizzata al surriscaldamento.
cosa cambia
Il risultato è un profondo cambiamento sul paesaggio, sulla distribuzione e sulla stagionalità delle coltivazioni e sulle stesse caratteristiche dei prodotti più tipici del Made in Italy. Tra le produzioni più caratteristiche in Abruzzo c’è sicuramente la vite. Il vino abruzzese negli ultimi anni ha “subìto” un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Anche la stagionalità di alcuni ortaggi è cambiata. In questo periodo in campo ci sono ancora peperoni, considerati generalmente una produzione estiva. Gli effetti del clima si avvertono anche sulla produzione di olio, calata drasticamente negli ultimi anni, e su quella di miele, con diminuzioni anche dell’80 per cento e con varietà – come l’acacia – in Abruzzo diventata quasi introvabile.
i frutti esotici
Anche se non riguarda specifitamente l’Abruzzo, in Italia è cresciuta la presenza di frutta esotica con le coltivazioni di banane, avocado, mango e, nelle regioni meridionali quali Puglia, Sicilia e Calabria, si trovano anche frutto della passione, zapote nero (simile al cachi, di origine messicana), sapodilla (dal quale si ottiene anche lattice), litchi, il piccolo frutto cinese che ricorda l’uva moscato.
«L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli», afferma il presidente di Coldiretti Abruzzo, Pietropaolo Martinelli, «i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».
L’ACQUA
Il tema dell’acqua è infatti vitale nella gestione del cambiamento climatico. «È importante l’impegno delle istituzioni per accompagnare i nuovi bisogni dell’agricoltura», conclude Roberto Rampazzo, direttore Coldiretti Abruzzo, «ma servono infatti progetti e investimenti per la manutenzione, il risparmio, il recupero e la regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi ridistribuirla al momento del bisogno».
LA CAMPAGNA OUR FUTURE
Rappresenta ben un terzo (il 27%) del fatturato delle imprese italiane: l’industria dell’agroalimentare è uno dei sistemi cardine dell’economia del nostro Paese. Settore che però, anche in questo 2024, è stato gravemente impattato dagli effetti del cambiamento climatico. Come ogni anno il Wwf, nell’ambito della campagna Our Future, pubblica un resoconto di valutazione sugli effetti che nel corso dell’anno eventi meteorologici estremi, piogge torrenziali, gelate tardive, siccità prolungate e ondate di calore, hanno provocato sulle nostre colture e di conseguenza sulla nostra economia.
gli eventi meteorologici
Stagioni sempre più imprevedibili ed eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, queste sono le caratteristiche che il clima mediterraneo sta acquisendo in questi anni, andando a incidere su un Paese che per via delle sue caratteristiche orografiche ne risentirà prima e più di altri. Il 2024 sarà probabilmente il primo anno in cui supereremo la soglia di +1,5 °C di temperatura globale. Rischiamo di entrare in un clima sconosciuto con un grave rischio per le persone. Più le temperature aumentano infatti, più gli eventi estremi rischiano di infittirsi e aggravarsi: in Italia ad oggi sono stati più di 7 ogni giorno (Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche).
i numeri
In dieci anni il numero di queste manifestazioni atmosferiche violente è più che quintuplicato. Gli impatti sulla nostra agricoltura sono evidenti: da un lato la siccità che ha colpito le regioni del Centro-Sud in modo pesante ha compromesso molti raccolti, dall’altro al Nord il maltempo e gli eventi piovosi estremi hanno causato allagamenti e perdita di raccolti per le motivazioni opposte.
il g20 in brasile
Il Wwf esprime un giudizio deludente per la mancanza di un forte segnale politico da parte dei Paesi del G20 che avrebbe contribuito a dare nuovo slancio ai colloqui. «Tuttavia», precisano da Coldiretti, «la dichiarazione dei leader del G20 pubblicata oggi (ieri ndr) a Rio de Janeiro non fornisce i chiari segnali sperati. La dichiarazione ha riaffermato l'impegno del G20 a incrementare i finanziamenti per il clima, ma non ha fornito indicazioni sulla cifra o su altre questioni relative al nuovo obiettivo finanziario che si sta negoziando alla COP29, noto come Nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg).
il ruolo che non c’è
Manuel Pulgar-Vidal, responsabile clima ed energia Wwf, ha dichiarato: «Il G20 ha la responsabilità di assumere un ruolo guida nell'affrontare la crisi climatica. Non inviando segnali più forti sui finanziamenti per il clima necessari o sull'urgenza di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili, ha perso l'opportunità di dare slancio alla COP29».