PESCARA

Abusivismo e spaccio Fontanelle si ribella 

Occupate senza titolo 30 case. E la droga si vende ovunque  

PESCARA. Individuano un alloggio popolare, ne prendono possesso e poi si autodenunciano alla polizia municipale. Allungando, in questo modo, i tempi burocratici dello sfratto, che possono estendersi anche fino a due anni. Si definiscono «occupanti senza titolo». Sono occupanti abusivi a tutti gli effetti, ma "più evoluti". Perché «sanno come usare le leggi per dribblare la burocrazia, probabilmente consigliati da persone esperte in campo legale».
Un fenomeno in crescita, negli ultimi sette mesi nel quartiere Fontanelle, denunciato dal consigliere regionale del Movimento 5 stelle Domenico Pettinari che ieri mattina è tornato ancora una volta nel luogo simbolo del degrado della periferia pescarese: via Caduti per servizio. Un rione di 530 famiglie, circa 3000 persone in prevalenza anziane, assegnatarie di case Ater e alloggi comunali popolari dove vivono «oltre 30 nuclei che delinquono e che usano questa zona come base per le loro attività illecite con i supermercati della droga aperti h 24».
«E dove lo spaccio di eroina e cocaina», rivela Pettinari, «si svolge tra le siepi, nel parco, negli androni delle case, sulle scale, dove i tossici si bucano incuranti degli inquilini che li guardano. Di notte e di giorno è un continuo scampanellare fino a quando non riescono a ottenere la dose anche bussando con violenza alle porte dei rivenditori di morte. Ci sono anche soggetti che girano armati nel quartiere». Dove vivono anche uomini e donne coraggiosi che hanno subito minacce, gesti intimidatori, atti persecutori, furti, vessazioni psicologiche. E che hanno paura di raccontare, anche celandosi dietro l'anonimato, ma non vogliono andare via. Non vogliono dargliela vinta.
Giovani donne picchiate «dai bossetti locali» perché si sono ribellate alla violenza e alla criminalità, attivisti dell'associazione "Insieme Per Fontanelle" minacciati, martellate alla porta di casa e auto incendiate. Come accaduto a Nello Raspa, presidente dell'associazione che conta 120 iscritti e che da anni lotta per ristabilire l'ordine in un quartiere «dove lo Stato si ferma». E che ha annunciato l'avvio di una collaborazione con Giancarlo Carpiani, presidente del "Parco della Speranza", associazione di Rancitelli, altro quartiere caldo della città. Pettinari torna a chiedere «un presidio fisso delle forze dell'ordine che già tante volte abbiamo sollecitato. Il governo regionale si adoperi per mettere fine a questo stato di cose a Fontanelle, come a Rancitelli, come in ogni Comune della Regione. Perché i cittadini non possono essere lasciati soli alla mercè di occupanti di case abusivi che hanno affinato gli strumenti per sottrarsi alla giustizia». Sta indagando, il consigliere pentastellato, su «alcune anomalie che condurrebbero a segnalazioni pilotate degli appartamenti sfitti sul territorio cittadino». Sarebbero un centinaio gli appartamenti occupati abusivamente o interessati a procedure legali per occupazione senza titolo, secondo i dati, non definitivi, resi noti dal direttore generale dell'Ater Giuseppina Di Tella.
A fronte di centinaia di famiglie in graduatoria che attendono da anni l'assegnazione di un alloggio, Pettinari chiede anche «che venga applicata la legge regionale 96/96 che prevede la sottrazione immediata dell'immobile, anche al destinario avente diritto, qualora sia provato che l'abitazione viene utilizzati per commettere atti criminosi».
E' importante anche che «ai ragazzi che abitano queste periferie si garantisca un'alternativa alla criminalità». Come? «Anche con la presenza di un team di assistenti sociali, psicologi e forze dell'ordine che deve essere continuo. Noi non spegneremo mai i riflettori su queste realtà drammatiche».