Accordo tra Procura e Tribunale contro le infiltrazioni criminali 

La malavita in città, via libera allo scambio di informazioni tra gli inquirenti e il settore fallimentare E oggi un convegno con l’Ordine dei commercialisti: tra i relatori il pm Papalia e il giudice Bongrazio

PESCARA. Per far fronte a sempre più diffuse condotte criminose in materia economica, che a volte non risultano controllabili con i comuni mezzi investigativi, Procura della Repubblica di Pescara e Tribunale hanno siglato un protocollo d’intesa finalizzato al rafforzamento del controllo sulle attività economiche per le quali vi sia il rischio di infiltrazioni criminali e illecita distorsione del mercato a danno delle imprese sane. Si tratta di una iniziativa molto importante che consentirà un prezioso scambio di informazioni in tempo reale tra la procura e il settore fallimentare del tribunale.
L’accordo, cui hanno lavorato in maniera più specifica il sostituto procuratore Andrea Papalia e il giudice fallimentare Elio Bongrazio, è stato preceduto da uno studio sulla fenomenologia criminale del settore in ambito locale e dagli strumenti di intervento che il nuovo Codice della Crisi di Impresa, entrato in vigore il 16 luglio dello scorso anno, mette a disposizione dell’autorità giudiziaria. E oggi pomeriggio dalle ore 15, in tribunale, ci sarà un convegno (“Il nuovo Curatore nel Codice della Crisi”) su questo tema, organizzato dai commercialisti pescaresi, dove Papalia e Bongrazio discuteranno anche di questo protocollo, insieme a Luca Cosentino (presidente Commissione reati economici dell’Ordine dei commercialisti di Pescara), Alessandra Moscone e Alfonso Di Sabatino Martina (presidente Fondazione Ordine commercialisti e esperti contabili di Pescara), convegno che sarà preceduto dal saluto del presidente del tribunale, Angelo Bozza, del procuratore Giuseppe Bellelli, del presidente dei Commercialisti, Michele Di Bartolomeo e del presidente degli Avvocati, Federico Squartecchia.
A questo accordo di collaborazione implementato tra procura e fallimentare, si è pervenuti in considerazione della sempre più accresciuta consapevolezza del fatto che le segnalazioni del giudice potessero inserirsi in una più ampia logica di emersione tempestiva della crisi quale indefettibile presupposto sia per una soddisfacente gestione dei fenomeni di insolvenza, sia per consentire alla pubblica accusa di intercettare nel più breve tempo possibile eventuali condotte criminose che spesso si celano dietro tali fenomeni. Così che la procura sarà prontamente messa in condizione di esercitare, con adeguato tempismo, il controllo di legalità per la salvaguardia delle imprese meritevoli di tutela e, nel caso di eventuali anomalie riscontrate, per l'esercizio delle più opportune iniziative volte ad impedire l'espansione criminale nel mercato di riferimento. E quindi sarà incrementato il flusso informativo tra tribunale e procura sia nella fase che precede la dichiarazione di insolvenza, sia nella eventuale fase di apertura della liquidazione giudiziale ove le sinergie operative delle autorità preposte potranno contare sulla qualificata attività informativa e di ricerca dei curatori che, attraverso le relazioni previste nel Codice della Crisi, dovranno segnalare anche eventuali condotte elusive che hanno determinato l’aggravamento del dissesto a danno dei creditori.