Acqua, perché è scattato l’allarme: mai una rottura così della condotta Disagi per l’intera giornata di ieri a Pescara, Francavilla, San Giovanni Teatino, Torrevecchia e Chieti Gli operai dell’Aca al lavoro per 24 ore per riparare l’enorme tubo, l’erogazione ripresa in serata

PESCARA. Ore 8, di venerdì scorso: all’Aca scatta l’allarme per una perdita all’adduttrice Giardino, che porta 400 litri al secondo, situata nel Comune di San Giovanni Teatino. Intervengono subito...
PESCARA. Ore 8, di venerdì scorso: all’Aca scatta l’allarme per una perdita all’adduttrice Giardino, che porta 400 litri al secondo, situata nel Comune di San Giovanni Teatino. Intervengono subito gli operai per ripararla, ma con il passare delle ore, in serata, la perdita si trasforma in una rottura gigantesca con la fuoriuscita di una valanga d’acqua. È cominciato così il dramma per 120mila famiglie rimaste senz’acqua per l’intera giornata di ieri.
La rottura di una condotta che non ha precedenti in passato ha lasciato a secco abitazioni, ristoranti, bar, negozi e aziende di quasi tutto il territorio di Pescara, ad eccezione del quartiere dei Colli, di San Giovanni Teatino, Francavilla (contrada Fontechiara), una parte di Torrevecchia Teatina (capoluogo, via Torre, Castel Ferrato) e la zona dove è situata la clinica Villa Pini a Chieti. L’Aca, per poter riparare la condotta, è stata costretta a interrompere l’erogazione idrica dalla centrale di Chieti per tutta la notte di venerdì e ciò ha comportato un blocco del flusso idrico fino al tardo pomeriggio. La situazione è tornata lentamente alla normalità solo in serata.
«C’è stato un danno alla condotta del Giardino nel tratto tra Chieti e Pescara», ha spiegato il direttore dell’Aca Lorenzo Livello, «è un tubo degli anni Sessanta e la guarnizione è la sua parte debole che non garantisce più la tenuta. Quindi, ci sono delle perdite che normalmente riusciamo a tamponare con delle apparecchiature speciali. Questa volta, purtroppo, è accaduto il peggio. Il tratto in questione si trova in un terreno molto argilloso a San Giovanni Teatino, in un punto un po’ in depressione. Quindi, lì il problema è stato notevole, perché i mezzi non riuscivano a movimentare bene il materiale. Abbiamo dovuto interrompere il flusso dell’acqua per permettere agli operai di lavorare». «Alle 5 di questa mattina (ieri, ndr) abbiamo risolto tutto», ha affermato Livello, «alle 6 abbiamo cominciato a riaprire l’acqua e le reti sono già in fase di ricarica e a Pescara centro i cali di pressione si sentiranno fino a stasera (ieri sera). Tra la nottata di oggi (ieri) e domani (oggi), la situazione sarà tornata completamente alla normalità». «Adesso, però», ha aggiunto il direttore dell’Aca, «bisognerà programmare degli interventi strutturali in quel tratto di tubatura e, quindi, dovremo fare dei progetti per chiedere dei finanziamenti. Ci vorranno circa 20 milioni di euro».
«La situazione è stata abbastanza sotto controllo per l’intera giornata», ha fatto presente il sindaco Carlo Masci, «ieri notte (venerdì notte), intorno alle 22, mi ha telefonato la presidente dell’Aca Giovanna Brandelli avvertendomi che c’era stata la rottura di una condotta. Mai è successo che si sia rotto un tubo così grande che alimenta l’acquedotto di Pescara. Si tratta di una condotta da 650 millimetri che ha una portata d’acqua enorme. La presidente mi ha spiegato che gli operai erano intervenuti per riparare una piccola perdita e, durante la riparazione, se ne è registrata una più grande a causa della pressione dell’acqua che ha fatto saltare la tubatura. Quindi, i tecnici hanno dovuto lavorare tutta la notte e la condotta, già questa mattina presto, è stata risistemata. Tuttavia, per far tornare l’acqua in pressione occorrono diverse ore. Dunque, la presidente mi ha avvertito che sarebbe mancata l’acqua in quasi tutto il territorio di Pescara, a parte la zona dei Colli. Non ho avuto particolari segnalazioni da parte dei cittadini, evidentemente il tam tam che c’è stato sui social è servito. Tutto questo, comunque, nasce dal fatto che la rete idrica di tutta Italia è obsoleta, ma ci sono dei fondi del Pnrr proprio per effettuare degli interventi».