PESCARA

Addio all'archeologo Ernesto Barbi, scopritore della città sotteranea

Aveva 77 anni, fu lui a indicare alla Soprintendenza archeologica il mosaico romano lungo la golena

PESCARA. «La nostra cara Pescara città, erroneamente considerata fino a non molti anni fa nuova e priva di storia, una storia ce l’ha ed è celata nel sottosuolo». Ne era convinto Ernesto Barbi, pescarese doc, archeologo per passione. Lo diceva sempre e lo ha dimostrato tante volte in quasi 40 anni di scavi archeologici, molti dei quali hanno contribuito a far riemergere delle ricchezze inestimabili. Classe 1946, dopo una malattia, Barbi si è spento all’ospedale di Popoli dove era ricoverato. Con una formazione in ingegneria, e appassionato di archeologia, alla fine degli anni Ottanta consegnò, come ricordava lo stesso Barbi in diversi post su Facebook «ad Andrea Rosario Staffa, all’epoca arrivato da poco alla Soprintendenza archeologica di Chieti, uno studio nel quale indicavo le zone di Pescara di interesse archeologico e la precisa ubicazione della Fortezza spagnola, e lui mi permise di fare gli scavi di verifica, man mano che se ne presentava l’occasione, con gran successo per entrambi tanto che più volte (Santa Gerusalemme e poi i porti antichi e il mosaico romano lungo la golena sud), fece richiesta perché mi venisse conferito il titolo di Ispettore onorario».

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