Aeroporto: Pescara perde i voli, Ancona invece li triplica a ottobre 

Dallo scalo marchigiano via ai nuovi collegamenti per Milano Linate, Roma Fiumicino e Napoli Da noi tagli o frequenze ridotte: prende corpo il piano di riordino aeroportuale che ci penalizza

PESCARA. Ancona decolla, Pescara resta a terra. L’Aeroporto d’Abruzzo perde voli, quello marchigiano da ottobre li triplica. Il confronto tra le due regioni diventa impari. Dopo l’addio alla rotta Pescara-Linate di Ita Airways, sono arrivati lo stop di Ryanair al Pescara-Torino e il ridimensionamento di giorni e orari per raggiungere dall’Abruzzo Londra, Bergamo e Barcellona. Sul sito dell’aeroporto marchigiano invece spicca l’avviso: «Aeroitalia e Ancona International Airport sono liete di annunciare i nuovi collegamenti diretti tra Ancona e Roma Fiumicino, Milano Linate e Napoli, a partire dal prossimo primo ottobre. I collegamenti consentiranno ad Ancona e a tutte le aree limitrofe di avere nuovi e comodi collegamenti diretti con importanti hub». Segue una sfilza di giorni e orari di voli in arrivo e in partenza dal lunedì alla domenica con prezzi low cost convenienti al punto da concorrere con le offerte della compagnia irlandese Ryanair che sta invece tagliando i collegamenti.
L’aeroporto di Ancona ha virato su un vettore italiano che ha basi principali sono Bergamo, Comiso e Olbia da cui opera voli nazionali ed internazionali. Aeroitalia nasce nel 2022 per volontà del suo investitore Marc Bourgade - executive chairman e dell’imprenditore Germán Efromovich - board member.
La compagnia aerea, a capitale interamente privato, è guidata dall’amministratore delegato Gaetano Francesco Intrieri e dispone di una flotta composta anche da Boeing 737-800 di proprietà. Aeroitalia è stata l’unica compagnia italiana a partecipare al bando finanziato dal governo e dalla Regione Marche per operare le tre rotte da Ancona per Milano Linate, Napoli e Roma Fiumicino in regime di continuità territoriale. Che è una forma di finanziamento pubblico utile ad operare alcune rotte considerate di “interesse e servizio pubblico”. Per completare il quadro aggiungiamo che i nuovi voli saranno operati fino al 2025 secondo lo schema previsto dal bando. Ma torniamo in Abruzzo dove la Regione, socio di maggioranza quasi assoluta della Saga, la società che gestisce l’aeroporto, per ora non ha programmato nuovi investimenti.
La conferma arriva da fonte autorevole. Né potrebbe farlo perché le compagnie che hanno tagliato i voli mantengono comunque aperti gli slot, cioè le date di prenotazione, previsti a marzo. Il che impedisce di sostituirle con altri vettori.
Tutto ciò porta a una conclusione inevitabile: il piano di riordino della rete aeroportuale italiana indica lo scalo di Ancona come capofila del nostro territorio in cui l’Aeroporto d’Abruzzo è declassato a un ruolo subalterno. Il Pd lo sostiene e i fatti lo confermano.
Sul fronte sindacale, dopo Cgil, Cisl e Uil, anche l’Ugl ha chiesto alla Saga di conoscere preventivamente il piano industriale «in maniera tale da poterne valutare le possibilità di sviluppo soprattutto occupazionali e di rilancio». Il sindacato ha inoltre fatto presente «l’urgenza della nomina di un nuovo direttore, determinante per attrarre nuove compagnie aeree nello scalo di Pescara, unica via per un piano di espansione strutturale con il quale si auspica si possano assumere i lavoratori che sono in attesa di una stabilizzazione a tempo indeterminato».
Durante l’incontro con l’Ugl il presidente della Saga, Vittorio Catone, ha preso impegni per quanto riguarda la riattivazione del volo Ita anche se tutto questo potrebbe accadere non prima della metà di ottobre. Mentre per i voli cancellati da Ryanair, ha detto Catone, «rientrano in un ampio piano di ridimensionamento che la società sta operando su diversi aeroporti italiani». Aggiungiamo che Ryanair lo fa per rispondere al Decreto prezzi del Governo Meloni. Sul fronte Direttore generale, infine, la Saga si sta muovendo attraverso società private che si occupano di ricerca di figure professionali. Ma tra quelle invitate solo una avrebbe risposto all’appello. (l.c.)