Affitti simbolici alle no profit

Panzino vicina alle associazioni: «Ma solo quelle serie».

PESCARA. «Vorrei istituire una sorta di marchio, un certificato di garanzia che attesti la serietà di un’associazione, che racconti la sua storia, i progetti che ha svolto, il lavoro futuro, in cui il bilancio sia trasparente. Un certificato comunale che attesti la garanzia dell’associazione anche fuori regione». Da quando si è insediata, l’assessore Carla Di Santo in Panzino con delega, tra le tante, alle Politiche dell’associazionismo, ha ricevuto circa 110 associazioni pescaresi: molte già nate ed attive ed altre con un progetto da lanciare e in cerca di un locale perché, come dice l’assessore, «l’80% delle associazioni ha di solito bisogno di un stanza, di un locale da affittare». Molti immobili del Comune sono affittati a prezzi irrisori a vari tipi di associazioni. C’è l’esempio di Hagal, associazione culturale che, nel 2002, aveva richiesto un locale comunale nell’auditorium di viale Bovio per creare, come è scritto nella delibera di allora, «un polo giovanile di aggregazione spontanea per avviare una serie di servizi culturali».

All’associazione era stato concesso il locale con un canone di 1.248 euro a fronte di 12.480 euro all’anno, ovvero l’affitto stabilito dal mercato. Altri esempi sono quelli dell’associazione Mogui Teatro in un locale di via Tirino a cui è stato applicato un canone di 2.857 euro contro un canone di mercato di 34.290 euro, oppure l’associazione Nuova Idea di via Dalla Chiesa a cui il Comune fa pagare 352,99 euro, mentre il canone di mercato è 3.522 euro. I contratti, in alcuni casi, sono datati, ma gli affitti sono irrisori perché le associazioni sono soggette a un regolamento che prevede l’applicazione di canoni più bassi. «In quegli anni», spega il consigliere del Pd, Enzo Del Vecchio, «un’associazione poteva accedere a un locale tramite un bando pubblico. I requisiti più importanti erano quelli che doveva essere senza fini di lucro e svolgere un’attività sociale.

A fronte della concessione del locale, l’associazione doveva pagare un canone pari al 25% di quello mercato». Un criterio ancora in vigore ma che l’assessore Panzino vorrebbe cercare di ridurre al massimo, fino a far pagare alle associazioni «un gettone simbolico». Panzino conosce molto bene il mondo delle associazioni e del volontariato. Ha fatto missioni in Africa, in Algeria e in Camerun; ha fondato la sezione regionale dell’Adisco e, nel 2004, è nata l’Adricesta con Alessandro Preziosi. «L’associazione è un servizio che deve andare incontro al cittadino», spiega l’assessore. «Se qualcuno, ad esempio, vuole aprire un’attività di tutoraggio scolastico a San Donato e quindi offrire un servizio importante, come potrei chiedergli un affitto consistente?». «Un gettone simbolico»: così chiama il contributo che si sentirebbe di chiedere a chi studia un progetto utile.

Ma come orientarsi nella babele delle associazioni? «Intanto», prosegue l’assessore, «occorre fare un censimento delle associazioni e vorrei dividerle in cinque grandi settori dal sociale allo sportivo e, soprattutto, fare una distinzione tra associazioni profit e no profit». La sua idea dell’associazionismo a Pescara è positiva - «c’è molta gente seria», dice - eppure racconta anche di aver incontrato persone che «pretendevano un locale, senza avere ancora idea di un progetto». In questa direzione, l’assessore sta pensando a un certificato di garanzia che attesti la serietà di un’associazione: «Non voglio contenitori vuoti, ma solo scatole piene di progetti per i cittadini. Questo sarà il requisito più importante per accedere a un locale da affittare».