Alfano: «In arrivo una legge contro il degrado urbano»

Parla il ministro dell’Interno: «Sto lavorando ad un testo per mettere in sicurezza le città, ma il tema è soprattutto sociale»

PESCARA. «Sto lavorando da mesi ad una nuova legge sulla sicurezza urbana che spero di portare in Consiglio dei ministri il più presto possibile». L’annuncio arriva direttamente dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’indomani delle inchieste de il Centro sull’allarme degrado che, dalle periferie ai centri storici, rischia di diventare una vera e propria bomba sociale per le città dell’Abruzzo e non solo. Un colloquio a tutto campo, quello con il leader del Nuovo centrodestra oggi in visita a Pescara, che tocca anche altri temi sensibili per la regione. Dall’immigrazione alla lotta alla criminalità organizzata.

Dopo Matteo Renzi, anche lei arriva in Abruzzo per sostenere le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre. Il premier, diversamente da qualche mese fa, sostiene che non è un voto sul governo, ma se alla fine dovessero prevalere i No teme ripercussioni sulla vita dell'esecutivo?

«Non si può confondere una parte con il tutto. Questo è un governo che ha ridotto le tasse, ha dato gli 80 euro, tenuto il Paese in sicurezza in un contesto globale in cui il rischio zero non esiste; abbiamo fatto la riforma della Pubblica amministrazione e quella dell’Istruzione, abbiamo portato a termine, in due anni e mezzo, molte cose. Troppe per essere assorbite dal referendum costituzionale che, appunto, è una parte importante, ma non il tutto. E non si può far dipendere da una parte, sebbene importante, il giudizio sul tutto, che saranno gli elettori a esprimere alle elezioni politiche. E’ quello il luogo naturale per valutare l'operato di un esecutivo».

Dopo quello dell’Aquila, la paura del terremoto è tornata a farsi sentire in Abruzzo. Si contano migliaia di sfollati e le verifiche di agibilità sulle abitazioni procedono a rilento. L’ultimo decreto del governo basterà a risolvere il problema in tempi accettabili?

«L’obiettivo del decreto è proprio quello di mettere a disposizione dei territori colpiti dalle due scosse di ottobre risorse adeguate all’estensione geografica e alla particolare violenza del sisma, che hanno determinato un ulteriore aggravamento delle condizioni che si erano già registrate con il terremoto di agosto. L’operatività dei Vigili del Fuoco è al massimo livello possibile e stiamo mettendo in campo ogni sforzo per dare alle popolazioni interessate tutta l’assistenza di cui necessitano. Anche perché le scosse di fine ottobre, nonostante - fortunatamente - l’assenza di vittime, per vastità e complessità sono state di gran lunga superiori a quella di L’Aquila nel 2009. Il nostro obiettivo, con questi ultimi interventi, è quello di rendere più celeri gli interventi. Anche se la particolare natura degli ultimi terremoti rende tutto molto più difficile».

Con una serie di inchieste il Centro si sta occupando del tema degli immigrati in Abruzzo. Molti vivono in condizioni di totale degrado, utilizzando le città come un dormitorio a cielo aperto. E’ un problema che ha ormai assunto dimensioni nazionali. Come pensate di affrontarlo?

«Il governo sta mettendo in campo una strategia chiara: un euro in sicurezza e un anno in cultura proprio per risolvere questo tipo di situazioni. Si tratta di misure che possono produrre benefici nelle periferie, ma non solo, a patto che le amministrazioni locali si attivino con il governo nazionale per attingere dai finanziamenti destinati a questo specifico scopo. La lotta al degrado delle città è un tema centrale anche in materia di sicurezza. Per questo sto lavorando da mesi a una nuova legge sulla sicurezza urbana, che spero di portare in Consiglio dei Ministri il più presto possibile».

Ma c'è anche un problema nel problema. In Abruzzo molti di questi stranieri sono europei: romeni e polacchi, ad esempio, che abitano abusivamente ruderi o edifici abbandonati delle periferie delle città. I clandestini possono essere espulsi, i cittadini dell’Ue no. Come se ne esce?

«La condizione di comunitario non rende immune la persona dall’obbligo di osservare la legge. Ma il tema assume soprattutto una dimensione sociale che ruota intorno al tema dell’integrazione. Vale non solo per i migranti che arrivano dal mare, ma anche per coloro i quali, beneficiando del diritto alla libera circolazione all’interno dell’area Shengen, danno vita a situazioni problematiche che possono essere risolte investendo proprio sull’integrazione. Anche perché integrare vuol dire diminuire anche i rischi sulla sicurezza».

Il questore di Pescara ha spiegato che le Forze dell'Ordine possono fare poco perché si tratta di un problema sociale e non di ordine pubblico. Il Comune ha chiesto un incontro allo stesso questore per programmare azioni condivise. Di certo qualcuno dovrà farsi carico del problema. Resta da capire chi...

«Il tema rimane sempre lo stesso a Pescara come altrove. Non si può scaricare un problema sociale sull’ordine pubblico. Il questore è come il portiere della squadra di calcio. Se funzionano la difesa e il centrocampo e magari anche l’attacco, arrivano pochi palloni. Ma se gli altri reparti non funzionano, ne arrivano troppi. Se ogni fenomeno di degrado sociale o di degrado urbano viene tradotto in termini di ordine pubblico, si perde di vista non solo la natura del problema, ma anche la soluzione».

L’Abruzzo affaccia con le sue coste verso l’Est europeo. Ci sono particolari criticità che investono la regione in relazione a possibili infiltrazioni terroristiche tra le schiere di disperati che cercano di raggiungere l’Europa attraverso il nostro Paese?

«Noi abbiamo sempre rifiutato l’equazione profugo uguale terrorista, ma questo non vuol dire che abbiamo abbassato la guardia. Anzi, siamo fortemente impegnati in un’attività di scrupoloso controllo su quanti, a vario titolo, entrano nel nostro Paese. Sulla rotta adriatica abbiamo controllato centinaia di navi e relativi passeggeri perché abbiamo sempre pensato che la rotta adriatica sia anche quella che può essere di potenziale interesse per i Foreign Fighters. Ma non ci sono al momento elementi che ci abbiano fatto rilevare un allarme specifico e significativo concernente l’Abruzzo».

Esiste un problema sicurezza, con riferimento alle possibili infiltrazioni mafiose nel tessuto economico abruzzese tenuto conto della contiguità geografica con la Campania e alla vicinanza della Puglia?

«Abbiamo affrontato in questi anni la dinamica del terrorismo, ma senza distrazioni sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata. Anche perché neanche il territorio abruzzese può dirsi immune. La nostra azione è stata e sarà sempre improntata alla massima attenzione. Un lavoro di squadra che le Forze dell’Ordine svolgono in totale sinergia con la magistratura. I risultati ci sono stati, fermo restando che la criminalità non si estingue, ma si contrasta. Le mafie tendono a riorganizzarsi in veste nuova con la loro tipica capacità camaleontica. Ma lo stato è più forte di chi lo combatte».

Lei è anche il leader del Nuovo centrodestra, partito che attualmente siede tra i banchi della maggioranza che sostiene il governo nazionale a guida Pd. Crede che le comunali dell’Aquila, che si terranno l’anno prossimo, possano essere una sorta di laboratorio per testare una futura alleanza duratura e sistematica con il Partito democratico?

«La nostra collaborazione con il Pd, che sta dando frutti importanti per il Paese, è nata in una condizione di eccezionalità. E’ grazie a questa collaborazione che abbiamo salvato la legislatura e mandato avanti riforme decisive per l’Italia. Obiettivi conseguiti grazie al nostro contributo. Aggiungo anche che avere mantenuto sicuro il Paese ha permesso al comparto del turismo di crescere di 10 punti in un anno in cui la crescita complessiva è stata di quasi l’uno per cento. Ciò detto, non esistono governi fotocopia. A livello locale decideranno, caso per caso, le classi dirigenti del partito sul territorio, senza alcun obbligo di riprodurre lo schema nazionale. Così accadrà anche in Abruzzo e, l’anno prossimo, a L’Aquila».

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