l'editoriale del direttore

Allarme sicurezza, cara Dacia, tutto il mondo è paese

La domanda è semplice e drammatica: “Che cosa ha trasformato un paese pacifico e laborioso in un luogo dove ad ogni finestra, anche la più piccola, bisogna mettere le grate e ogni porta deve essere blindata?”. Una domanda che posta ieri sulle pagine del Centro da Dacia Maraini si è trasformata in un duro atto di accusa verso un paese, Pescasseroli, che la ospita e onora da anni. Una domanda e un’accusa che, con tutto il rispetto per la signora Maraini, vale però alla lettera anche per l’intero Paese Italia.

E’ capitato, come i lettori sapranno, che dei giovani hanno fatto irruzione nella casa di montagna della scrittrice. Spingendola ad altre amare riflessioni: “Mi chiedo come può succedere che in un paese di montagna, nel mezzo di uno dei più antichi e magnifici parchi italiani, corra la droga e dei ragazzi, per sentirsi vivi, abbiano bisogno di devastare, demolire e distruggere una casa in cui regnano i libri e le carte di lavoro”.

Altro bel quesito. Al quale viene da rispondere con altre argomentazioni che anche qui valgono per l’intera Italia (e non solo). La droga c’è (se c’è) a Pescasseroli per tutte le ragioni per le quali corre a Napoli e Cortina. Perché, da questo punto di vista, tutto il mondo è paese. Perciò, a niente vale seguire l’istinto. E dire, come fa la Maraini, che “la prima cosa che mi viene in mente è di chiudere e di andarmene altrove”.

Altrove, dove? La verità è che a causa della crisi che sta strozzando la società, della disperazione dei più, della perdita di coesione e valori condivisi, non sembra esserci né in Abruzzo né in altre parti, un posto più sicuro di un altro.

E’ sensazione comune che lo Stato abbia perso il controllo del territorio, lasciando i cittadini indifesi. Non sarà magari vero del tutto, ma il problema è antico e i recenti fatti di cronaca lo stanno rinfocolando. Per cui, ci si sbrighi per favore ad archiviare le divisioni e le lacerazioni referendarie. La politica torni ad occuparsi a fondo del problema della sicurezza. Uno spettro che spinge sindaci e amministratori ad invocare la militarizzazione delle strade e l’uso dell’esercito. Come mai abbiamo visto in Italia. E come mai più vorremmo vedere in futuro.