I ragazzi che l'altra notte hanno affollato il reparto di Pediatria dell'ospedale di Pescara per le zecche

PESCARA

Allarme zecche, trenta ragazzi in ospedale 

Di rientro dalle Marche dopo un’esperienza in tenda, gli scout sono stati curati nella notte per estrarre gli insetti

PESCARA. Allarme zecche per un gruppo di giovani scout pescaresi che nei giorni scorsi sono stati impegnati in un “campo di reparto” in provincia di Ascoli Piceno, dove hanno vissuto in tenda trascorrendo un breve periodo completamente immersi nella natura.
I ragazzi, di età compresa tra i 12 e i 16 anni, l’altra notte sono finiti in ospedale, a Pescara, accompagnati dai genitori, per un controllo sollecitato proprio dai rappresentanti dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) che hanno organizzato il campo e si sono resi conto dell’emergenza, attivandosi subito per fronteggiarla. Per questi scout la notte è trascorsa allo Spirito Santo, dove si sono presentati in massa nel reparto di Pediatria (che ha un proprio pronto soccorso) per poi passare in Chirurgia pediatrica e ottenere anche una consulenza dal personale di Malattie infettive.
I ragazzini, arrivati attorno alle 23.30, sono stati prima visitati al Pronto soccorso pediatrico, la cui sala di attesa si è affollata tutta d’un tratto, e poi sono stati sottoposti alla rimozione delle zecche dal chirurgo di turno. Un intervento, questo, di massima precisione, che si è concluso nel migliore dei modi, come assicurano dalla Asl annunciando che gli insetti saranno esaminati. E poi all’alba, prima delle dimissioni, hanno ricevuto indicazioni sulla profilassi.
In Pediatria (il primario è Giuliano Lombardi) sono arrivati alcuni giovanissimi anche ieri mattina, accolti dalla dottoressa Rita Greco, ma nessuno era stato punto dalle zecche e per loro si è trattato solo di un controllo precauzionale. Complessivamente il gruppo interessato a questo allarme è stato di una trentina di minorenni (c’era anche un bimbo).
Per l’Agesci non si tratta di un episodio anomalo, e lo sa bene chi conosce il mondo degli scout. Campi di questo genere, spiegano proprio dall’Agesci, vengono realizzati in un punto fisso, cioè senza spostarsi, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie (da enti pubblici o realtà privati).
La durata è variabile, tra i 7 e i 15 giorni, e l’età dei partecipanti va dai 12 ai 16 anni. I campi, spiegano sempre dall’associazione, portano i ragazzi a vivere nella natura, in totale autonomia. Sono i giovani scout a costruire tutto quanto è necessario per la vita quotidiana (dalle cucine ai lavabi, dai tavoli alle sedie). Dunque è «possibile», in una attività condotta continuativamente nel verde, che gli scout siano esposti alla puntura di una zecca, commentano sempre dall’associazione regionale (che conta 15 gruppi).
In questo caso, fanno sapere dall’Agesci, i capi educatori hanno «prontamente e giustamente risposto al problema indirizzando gli esploratori e le guide alla valutazione dei sanitari». Ci si è mossi, cioè, con «la massima cautela».
Per il campo in questione è stata scelta la provincia di Ascoli Piceno e precisamente l'area del cratere, quella interessata dal terremoto del 2016. Un’esperienza «educativa» per gli scout pescaresi perché si è voluto «restituire ad una terra ferita quanto ricevuto quasi dieci anni fa, in occasione del terremoto del 2009, in termini di affetto e vicinanza» all’Abruzzo ferito. E durante questo campo, spiega la donna a capo del gruppo, «era prevista anche un’attività di incontro con i ragazzi di Arquata del Tronto, per consentire di toccare con mano una realtà a noi vicina ma, spesso, poco conosciuta».
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