Annullate le sanzioni-trappola con il T-Red, il caso a Pescara

La foto che ha “salvato” il multato
Tutto ha avuto inizio con il ricorso degli avvocati pescaresi Ferraro e Di Gaetano. Un automobilista aveva oltrepassato di poco la linea bianca all’incrocio con il semaforo
PESCARA. Prima della chiusura dell’inchiesta sull’autovelox malfunzionante di Francavilla al Mare, l’ultima polemica per le multe-trappola in Abruzzo era scoppiata a Pescara. A maggio, infatti, il Comune del capoluogo adriatico ha perso anche in appello nella causa sulle sanzioni comminate tramite T-red per gli automobilisti che hanno oltrepassato la striscia bianca agli incroci sorvegliati dai semafori. Il tribunale ha confermato l’annullamento già deciso dal giudice di Pace condannando il Comune a pagare le spese di giudizio. Tutto ha avuto inizio con il ricorso degli avvocati pescaresi Alessandro Ferraro e Francesco Maria Di Gaetano, su alcune multe per aver fermato l’auto oltre la prima striscia bianca ai semafori sorvegliati dalle telecamere.
La violazione riguardava l’articolo 146 comma 2 del codice della strada, relativo al mancato rispetto della segnaletica orizzontale. Il ricorso presentato puntava sul fatto che, nella delibera di giunta che istituiva i nuovi semafori T-Red in città (ad aprile 2022), il funzionamento della strumentazione veniva autorizzato solo per il passaggio con il rosso e non per il superamento della linea di arresto. Il Comune si era accorto del problema, tanto che corresse il tiro inserendo con l’ordinanza 627 anche la violazione contemplata nell’articolo 146, comma 2.
Le multe impugnate da parte dei cittadini sono state comminate prima del 28 agosto 2023 (data della nuova ordinanza), entro i canonici 60 giorni. Il giudice di Pace aveva dato ragione agli automobilisti, ma il Comune non si era dato per vinto, ricorrendo in appello. Anche nel secondo grado di giudizio hanno avuto ragione gli automobilisti. «Il tribunale ordinario di Pescara ha sancito ancora una volta che l’operato dell’amministrazione è viziato, in particolare per l’omessa indicazione, nell’ordinanza dirigenziale, del comma 2 dell’articolo 146 del codice della strada», ha commentato l’avvocato Ferraro. «Si tratta di un’omissione grave, non solo formale, che incide direttamente sulla legittimità degli accertamenti. Non si comprende l’accanimento dell’amministrazione comunale nel voler a tutti i costi celare un errore che è ormai più che acclarato».
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