«Appalto Asl, chiamiamo Castiglione»

Nelle intercettazioni gli indagati citano l'assessore Pdl: «Ci deve ascoltare»

PESCARA. «Che dobbiamo fare, dobbiamo intervenire sul Buzzicone? Che vogliamo fare? Cioè, dobbiamo fare una cosa comune». Al telefono, gli architetti coinvolti nell'inchiesta sui lavori gonfiati all'ospedale di Pescara parlano così di un contatto con l'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione, vice presidente della giunta, per assicurarsi «incarichi»: «Mo' bisogna assolutamente parlare con Alfredo», dicono, «bisogna assolutamente sedersi con lui a tavolino». Poi, quando l'appalto Asl sta per svanire, i professionisti cercano sempre una sponda con Castiglione: «Ma non per il passato», precisano, «per il futuro».

INTERCETTAZIONI. Le intercettazioni che tirano in mezzo Castiglione sono contenute negli atti dell'inchiesta sull'appalto del polo Materno-infantile lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro: «Dovendo rimuovere determinati ostacoli o risolvere alcune problematiche, naturalmente, i personaggi coinvolti», così recita un rapporto della squadra mobile trasmesso alla procura, «non mancavano di ricercare contatti con personalità politiche regionali attraverso le quali poter esercitare pressioni verso la direzione generale della Asl». Secondo gli investigatori, il primo di questi è Castiglione, non indagato in questo procedimento: i cinque coinvolti, con una richiesta di rinvio a giudizio già firmata dal pm Gennaro Varone, sono l'imprenditore della ditta Cre e il collaboratore Giacomo Piscitelli, gli architetti Alfonso Colliva e Damiana Bugiani e l'ex funzionario Asl Franco D'Intino, accusati, a vario titolo, di corruzione, truffa e falso.

Di Castiglione - accusato di corruzione nell'operazione Caligola su appalti europei e tangenti insieme ad altri dieci tra politici, funzionari e imprenditori - parla l'imprenditore Piscitelli: «Se lui ha preso i voti vi deve almeno ascoltare, no?», dice. E «naturalmente», scrive la squadra mobile, «anche il gruppo Colliva, Bugiani, Renzo Lauriti (marito di Bugiani, non indagato ndr) ricorreva all'aiuto dei politici nel momento in cui si trovavano in difficoltà a causa della decisione della direzione generale della Asl di risolvere il contratto con la Cre, cosa che avrebbe fatto venire meno anche il loro incarico di direttori dei lavori».

INCARICHI ASL. È Lauriti un altro a citare Castiglione: «In effetti», dice la polizia, «Lauriti era emerso come la persona attraverso la quale D'Intino poteva mantenere rapporti con l'assessore regionale Castiglione al quale D'Intino si era rivolto per ottenere, verosimilmente, un migliore incarico nell'ambito della Asl di Pescara». Un altro passaggio dell'informativa della polizia recita: «Successivamente, Lauriti, attraverso Castiglione, cercava di condizionare a proprio vantaggio (facendo proseguire i lavori) le decisioni del direttore generale Claudio D'Amario ma si trovava di fronte a un ostacolo inaspettato: un rifiuto».

«INTERVENIAMO». Infatti, «allorquando Bugiani», annota la polizia, «aveva informato il proprio coniuge che D'Amario aveva deciso di annullare l'appalto alla Cre, Lauriti aveva manifestato la necessità di incontrare Castiglione e lo stesso D'Amario in modo da ottenere un altro incarico in sostituzione di quello che era venuto meno». Parlando con Colliva, Lauriti guarda già avanti: «Subito dopo», è la sintesi della conversazione fatta dalla polizia, «Lauriti si metteva in contatto con Colliva al quale chiedeva cosa intendeva fare, se fosse stato il caso di "intervenire presso il Buzzicone" per cercare di capire la situazione che si era determinata e ottenere incarichi futuri».

Ecco uno stralcio della conversazione.
Lauriti: «Mettiamoci d'accordo, cerchiamo di capire come sta situazione e come dobbiamo interveni'».
Colliva: «E ormai».
Lauriti: «Ma non per il passato, per il futuro. Il passato è passato».
D'AMARIO. C'è un'intercettazione, secondo la polizia, che fa capire «la natura del rapporto che le predette persone intrattenevano con il dottor D'Amario e con quali modalità la Asl di Pescara conferiva gli incarichi professionali». Un «quadro devastante», per la polizia. Ecco un colloquio del 21 dicembre 2009.
Lauriti: «Quindi tu non sei andato a pranzo?».
Colliva: «No perché poi ci stava tutta la... scamonaia, capito?».
Lauriti: «Ah, no siccome ci siamo affacciati io e Damiana per fargli gli auguri, ha detto che domani vi vedete, vi fate gli auguri. Ha detto di no... ha detto no, non ti preoccupare che c'è tanto da fare qua... però lui va su quella strada».
Colliva: «Vabbè a noi che...».
Lauriti: «La domanda è, due punti a capo: è il caso di ricordarlo a Buzzicone (Castiglione)? Ma che glielo diciamo mercoledì, non serve a niente. Perché mercoledì a sera, glielo ricordiamo e poi, dopo le vacanze, dopo l'Epifania... vediamo di organizzare qualcosa?».

«DA ROMA». Dalle carte spunta anche «un intervento da Roma» per «condizionare le scelte» di D'Amario: ne parla l'imprenditore  foggiano. Nel colloquio si sottolinea che l'ospedale «è An».
L'imprenditore: «Oh, ma quell'intervento da Roma? Non ti hanno dato esito?».
Interlocutore: «Stanno andando, perché là è An, dove siamo noi e stanno intervenendo in altra maniera».
L'imprenditore: «Ah».
Interlocutore: «È An dove stiamo noi».
L'imprenditore: «Perché mo' si rende, come dire, forse più incalzante l'intervento».

 

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