Strada delle Fornaci, la rabbia dei residenti dopo la morte di Alessia: «Qui il rischio è dietro ogni curva»

I cittadini, denunciando il fatto che la via è «stretta, ripida e al buio di sera», parlano di «una tragedia prevedibile»
PESCARA. Novecento metri di strada fatte di salite ripide e, al contrario, discese veloci, senza dossi e con scarsa illuminazione. È Strada delle Fornaci – ribattezzata dai residenti dei Colli come “la strada maledetta” – dove ogni curva si affronta con il fiato sospeso, mentre i mezzi sfrecciano a circa 80 chilometri orari invadendo spesso la corsia opposta per la forte pendenza della strada. È in una di quelle curve, all’altezza di Strada Fonte Borea, che giovedì scorso Alessia Berardinucci ha perso la vita a 18 anni: stava scendendo dai Colli in sella al suo scooter 125 quando, a ridosso della curva, si è schiantata contro un’auto che saliva. E per questo ora la rabbia dei residenti è davvero tanta, perché, ripetono, «era una tragedia annunciata».
In tanti ricordano che «le segnalazioni e le richieste per rendere la strada più sicura ci sono da anni, ma nulla è stato fatto: nessun rallentatore o dispositivo di controllo sono stati introdotti». E così, su quella strada dove ogni curva è cieca e ogni discesa è una corsa, la storia si ripete come quel pomeriggio dell’8 ottobre 2008 quando la quindicenne Federica Falone fu travolta da un’auto pirata che le tagliò la strada mentre scendeva in motorino con un’amica, finendo così per rimanere invalida a vita.
Di fronte a queste tragedie cresce la paura tra chi quella strada la percorre ogni giorno: «È da anni che faccio Strada delle Fornaci e la situazione è allarmante», dichiara il residente dei Colli, Domenico Pallini, «la prendo ogni mattina per andare a lavoro, ma ogni volta ho paura perché le macchine sbandano da una parte all’altra e rischi continuamente di essere travolto. Da quando ho saputo dell’incidente di Alessia ho cambiato strada perché anche io la percorro in scooter e ogni curva può essere l’ultima. Le macchine sfrecciano e, per chi non conosce bene la strada, quel tratto può essere fatale».
E quando arriva la pioggia, il pericolo aumenta: «A quel punto la strada diventa impraticabile: l’asfalto diventa scivoloso e l’umidità la rende ancora più pericolosa. Sono almeno tre le volte in cui ho visto ragazzi – soprattutto adolescenti – cadere dal motorino e farsi male. Ma il problema non è solo la discesa: anche in salita non vedi nulla, le curve sono cieche ed è impossibile prevedere cosa verrà dopo. Le auto ti tagliano la strada all’improvviso. Vanno installati dei dossi. Non possiamo restare fermi: la morte di Alessia ha colpito un'intera comunità e le istituzioni devono fare qualcosa per modificare quel tratto e renderlo più sicuro». E sono diversi i cittadini che chiedono l’introduzione di telecamere e sistemi di controllo della velocità.
«È un dolore enorme pensare che ci abbia rimesso la vita una ragazza», dice al telefono al Centro una residente appena saputa la tragedia di Alessia, «una tragedia prevedibile e che rischia di ripetersi. Ed è uno scandalo. La strada è frequentata da tanti ragazzi che la percorrono per raggiungere il liceo Da Vinci. Che cosa si sta aspettando per metterla in sicurezza?».
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