Arrivano due tecnici, salva l’asta del pesce: «Ora la nuova sede»

22 Dicembre 2025

Camplone, presidente dell’associazione dei pescatori: «I black out causano perdite, aspettiamo risposte dal Comune»

PESCARA. La prima tranche delle aperture straordinarie del mercato ittico si è chiusa tra i mille disagi del sistema dell’asta telematica che, dopo il caos del tilt di martedì scorso (con il ritorno della vendita a voce che non avveniva da oltre 50 anni), ha funzionato a singhiozzo e richiesto prima uno e poi addirittura due tecnici della Info Team per garantire lo svolgimento in queste ultime notti di vendite prenatalizie. Nella seduta della notte appena trascorsa («Un giorno fondamentale, uno dei più importanti prima della vigilia di Natale», lo definiscono i pescatori) c’è stato il rientro di oltre venti barche (alcune in mare per 48 ore di seguito), cariche di pescato fresco per le tavole pescaresi e non solo. Le prossime aperture straordinarie ci saranno prima di Capodanno, nei giorni 27, 28 e 29 dicembre.

Doriano Camplone, presidente dell’associazione Pesca professionale “Mimmo Grosso” fa il punto dopo una settimana di disagi e di perdite per tutto il settore degli armatori: «Nelle ultime aste abbiamo avuto la presenza di due tecnici in servizio per interventi di emergenza. Qualche miglioramento l’abbiamo registrato. Quando il sistema si blocca per black out momentanei, intervengono subito e migliorano la prestazione. Hanno anche attivato un cablaggio di emergenza per i computer che muovono i due nastri che trasportano il pesce», racconta Camplone, che torna sul caso emerso grazie agli articoli pubblicati dal Centro dopo il blocco totale di una settimana fa.

«Non condivido quello che ha detto Massimo Pastore (consigliere comunale con delega ai Lavori pubblici, ndc): la marineria non ha chiesto lavori in più causando i ritardi nel trasferimento nella nuova sede nell’ex biglietteria della banchina sud. Il nostro non è un capriccio. Il Comune ha fatto un progetto incompleto, che ha dimostrato i suoi limiti: mancano spazi per lo stoccaggio del pesce e abbiamo segnalato il problema. Il pesce non può essere messo all’aperto, anche per questioni sanitarie. Immaginate i periodi estivi, con grandi quantitativi di pesce “parcheggiati” sulla banchina: diventerebbero preda dei gabbiani. È assurdo. Non si trasferisce il mercato in una struttura piccola e posta sulla banchina, in un’area demaniale. Il sindaco mi ha detto che sono sulla buona strada per le modifiche alla struttura. Noi non abbiamo detto no al trasferimento a prescindere, abbiamo chiesto una struttura adeguata alle esigenze delle operazioni di vendita. Si parla di primavera, ma non possiamo andare avanti con questo sistema che va a singhiozzo ancora per mesi. Paghiamo una gestione non lungimirante: bisognava accelerare la procedura del trasferimento facendo subito le modifiche necessarie secondo le nostre indicazioni. Questi disagi sono pesanti sia per noi armatori che per chi vende il pesce o lo somministra nella ristorazione».

E anche per il Comune: «Se crolla il volume degli incassi, cala anche la percentuale per il Comune. Con questi disagi, ci perdono tutti. Il giorno del tilt si è registrato un vero crollo dei prezzi. L’asta a voce è stata un disastro. Se i commercianti vanno via a causa dei ritardi, il prezzo continua a scendere e per i pescatori le perdite diventano enormi. Aspettiamo delle risposte. Ma dopo la pec che ho inviato al Comune, tutto tace...».

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