Arrivano in regione i medici dell’Esercito 

Le prime squadre nell’Aquilano. Pronti a scattare anche lockdown localizzati Così ha deciso l’Unità di crisi con gli esperti riunita d’urgenza da Marsilio

L’AQUILA. Quattro squadre di medici e infermieri dell’Esercito al servizio della provincia dell’Aquila, il territorio della regione che maggiormente preoccupa. Rinforzi di personale amministrativo nelle Asl per velocizzare i tracciamenti dei contatti e tentare di arginare il virus. Potrebbero scattare restrizioni in Abruzzo – anche con mini lockdown localizzati – qualora la curva del contagio dovesse salire ancora. Ma al momento sono due le soluzioni più realistiche: centri commerciali chiusi la domenica e forte incremento della didattica a distanza nelle scuole, sia per ridurre la presenza nelle aule che, soprattutto, sui bus degli studenti pendolari. Esclusi invece ulteriori provvedimenti per bar e ristoranti.
«DIMINUIRE I CONTATTI». Dopo un paio d’ore di riunione dell’Unità di crisi regionale – in videoconferenza – è stato stilato un primo piano di interventi per «diminuire le occasioni di contatto e limitare la circolazione del virus», per dirla con le parole del governatore regionale Marco Marsilio, in stretto contatto con il ministro Francesco Boccia (Affari regionali).
Alla riunione di ieri sera, oltre a Marsilio e ai dirigenti delle quattro Asl provinciali, hanno partecipato l’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, il vicepresidente della Regione, Emanuele Imprudente, il commissario straordinario dell’Agenzia regionale sanitaria abruzzese, Pierluigi Cosenza, il capo dipartimento sanità, Claudio D’Amario, il referente regionale per le maxi emergenze sanitarie, Alberto Albani, Mauro Casinghini, direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile, e Silvio Liberatore, dirigente del servizio emergenza e protezione civile della regione, nonché a capo dell’Unità di crisi. Per la segreteria di Marsilio erano presenti Etel Sigismondi e Massimo Verrecchia.
«SEGNALI DI CRITICITÀ». Se l’epidemia di Covid in Italia «è in rapido peggioramento», anche per l’Abruzzo ci sono «segnali di criticità». L’analisi dei dati fa emergere un quadro preoccupante. E come evidenziano il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità nel monitoraggio settimanale sono «necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità». Sempre secondo il monitoraggio settimanale «è fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie»: anche perché l’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni è passata da 75 a 146 casi per 100mila abitanti, il numero di casi sintomatici è quasi raddoppiato (passando da 15.189 nel periodo 28 settembre-11 ottobre a 27.114 nel periodo 5 ottobre-18 ottobre) e l’indice di trasmissibilità del virus (Rt) – calcolato sui casi sintomatici – a livello nazionale è pari a 1.50, una situazione definita «molto grave». In Abruzzo l’Rt è perfettamente in linea (1.50).
ECCO LE STRATEGIE. Prima delle possibili azioni restrittive, l’Unità di crisi ha illustrato le strategie per il contenimento. Marsilio ha dato un ulteriore input all’aumento dei tamponi giornalieri: dovrebbero arrivare a una soglia tra 4mila e 5mila nel giro di alcune settimane. Alla provincia dell’Aquila, dove il virus galoppa a livelli allarmanti, sono destinate quattro squadre di medici e infermieri dell’Esercito, oltre a un numero di amministrativi per potenziare il lavoro di tracciamento dei casi. Più veloce è il tracciamento è più efficace è la prevenzione. Parte dei 1.500 medici arruolati dal governo verrà destinata alle strutture sanitarie abruzzesi. Nel corso del vertice, è stata ribadita una scaletta per eventuali ricoveri: prima di coinvolgere altre strutture sanitarie, la precedenza va data all’ospedale Covid di Pescara e ai reparti appositamente allestiti su tutto il territorio regionale.
LE RESTRIZIONI. In ultimo le possibili restrizioni in Abruzzo, da concordare con il Comitato tecnico scientifico.
«Il confronto con il ministro è costante», sottolinea il presidente Marsilio, «l’obiettivo è quello di incidere il meno possibile sul tessuto economico e produttivo. Le ipotesi allo studio sono due: le chiusure domenicali dei centri commerciali (proprio ieri la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha firmato l’ordinanza per chiudere centri commerciali e negozi la domenica, ndr) e l’incremento della didattica a distanza nelle scuole».
Operazione quest’ultima destinata a ridurre in modo sensibile gli assembramenti sui mezzi di trasporto.
Marsilio «esclude» al momento «limitazioni ulteriori per bar e ristoranti».
«Ci siamo sempre avvalsi del supporto medico-scientifico», aggiunge il governatore, «è chiaro che qualche provvedimento va adottato per preservare il sistema sanitario, diminuire le occasioni di contatto e quindi la circolazione del virus».