Asl, ricorso dei precari per i contratti

I primi 13 fanno causa e chiedono la stabilizzazione al giudice del lavoro

PESCARA. Un altro fronte si apre all'ospedale: tredici precari hanno presentato ricorso al giudice del lavoro contro le loro assunzioni a tempo determinato. Secondo i dipendenti a termine, la Asl ha fatto un «utilizzo abusivo» del lavoro precario e, adesso, deve riassumerli con contratti a tempo indeterminato e pagare gli arretrati. «Accuse infondate», ribatte la Asl che si difenderà in giudizio.

Sono 13 i ricorsi piovuti nel palazzo della direzione generale della Asl in via Paolini, tutti con lo stesso oggetto: ricorso «abusivo» al lavoro precario. Un'altra grana da affrontare nelle aule del palazzo di giustizia.

A portare la Asl in tribunale, stavolta, sono dipendenti che ritengono «illegittimo» il termine apposto al loro contratto di lavoro: si tratta di Antonina Luciani, Laurentia Occhiolini, Gabriella Rossoni, Francesca Mareggia, Alice Di Francescantonio, Sabrina Membrino, Lucia Anna Aprile, Beatrice Pasculli, Maria Grazia De Cesare, Isidoro Ferrara, Nadia Di Nicola, Maria Grazia Antonucci e Marisa Ascenzo.

I 13 hanno adito il giudice del lavoro per chiedere la «nullità» dei loro contratti e ottenerne la conversione in contratti a tempo indeterminato. Un'operazione che rischia di costare cara alla Asl visto che potrebbe essere costretta a sborsare un'ingente somma di denaro per pagare la differenza arretrata dei contributi.

Uno dei dipendenti, Ferrara, è stato assunto il 31 dicembre del 2006 con l'inquadramento di operatore tecnico edp: oltre al contratto a tempo indeterminato, Ferrara ha chiesto al giudice del lavoro di accertare che le mansioni svolte sono riconducibili a una qualifica superiore e cioè alla «categoria C del contratto collettivo nazionale di lavoro». Di conseguenza, Ferrara ha chiesto la condanna della Asl a pagare la differenza retributiva maturata dal 2006 a oggi.

Con la notifica dei 13 ricorsi, avvenuta il 25 agosto scorso, il direttore generale della Asl Claudio D'Amario ha richiesto due pareri, uno al direttore amministrativo Domenico Carano e l'altro al direttore sanitario Fernando Guarino, e una relazione a Vero Michitelli, direttore del dipartimento Affari del personale e legali.

La delibera 1.151, adottata dopo lo studio dei pareri e della relazione, risponde così ai ricorsi: le accuse contestate dai 13 precari sono «infondate». Così, la Asl si dice certa di essere nel giusto, considera «legittimi» i contratti a tempo determinato e resisterà in giudizio: è stato affidato un incarico all'avvocato aquilano Stefano Rossi, esperto di cause sul diritto del lavoro.

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