L'interno della sala slot (fotoservizio di Giampiero Lattanzio)

PESCARA

Assalto alla sala slot, i banditi sparano 

La dipendente si oppone, i tre esplodono due colpi di pistola e fuggono con 3mila euro. Bruciati poco dopo due ciclomotori

PESCARA. Erano armati di fucile e pistole, i rapinatori che l’altra notte hanno assaltato la sala slot “Fortuna”, sulla Tiburtina. E non hanno esitato a sparare, quando la dipendente si è rifiutata di consegnare il denaro in cassa. Hanno esploso due colpi di pistola, che hanno raggiunto il solaio e la parete, dopodiché si sono impossessati dei soldi, circa 3000 euro, e sono fuggiti. È possibile che avessero a disposizione degli scooter perché subito dopo la rapina hanno preso fuoco due ciclomotori in via Aldo Moro e non si esclude l’origine dolosa del rogo, anche se al momento si tratta solo di un’ipotesi.

L'esterno della sala slot sulla Tiburtina
È accaduto tutto attorno alle 4. Tre uomini con il volto coperto da passamontagna e i guanti alle mani entrano nella sala slot sulla Tiburtina. Dentro, nel salone principale, c’è una dipendente, mentre in una stanza laterale c’è un cliente, l’unico, che sta giocando. Uno dei tre banditi, quello armato di fucile, si preoccupa di tenere chiusa la porta della stanza laterale, per evitare reazioni del cliente che in quel momento ha il cellulare scarico e non può neppure lanciare l’allarme. Gli altri rapinatori puntano ai soldi. Ma la dipendente dice di non averne. Si rifiuta di aprire la cassa e di consegnare il contenuto. A quel punto, viene minacciata in malo modo. «Ti sparo in fronte», si sente dire la giovane in perfetto italiano. Eppure, non molla. Si mostra coraggiosa, al punto da offrire un caffè ai rapinatori, perché più di quello non ha, prova a dire. Ed è lì che partono due colpi di pistola, uno a scopo intimidatorio e l’altro probabilmente in direzione della cassa, che rimbalza. I proiettili finiscono nel contro soffitto sopra alla cassa e nella parete laterale, mentre i bossoli cadono a terra. L’atteggiamento della dipendente spinge i rapinatori a spostarsi dietro il bancone per prendere direttamente i soldi, circa 3000 euro. La spingono, arraffano il bottino e poi escono, senza prestare attenzione alle macchinette cambiasoldi.
Le immagini riprese dalle telecamere interne ed esterne alla struttura potrebbero consentire di ricostruire meglio l’accaduto e anche di indicare la direzione di fuga del terzetto che è arrivato e andato via a piedi, ma non è escluso che il gruppo avesse a disposizione dei mezzi a pochi passi dalla sala slot.
Non trascorre molto tempo e alle 4.20 da via Aldo Moro arriva la segnalazione dei cittadini ai vigili del fuoco. Stanno andando a fuoco due ciclomotori e una Fiat Punto, all’altezza del civico 21.

Via Moro: un'auto in sosta distrutta dal fuoco dopo l'incendio dei motorini

I vigili spengono le fiamme, che sembrano partite da un ciclomotore, ed evitano che raggiungano anche altre due auto posteggiate nello stesso parcheggio condominiale. Partono gli accertamenti e si scopre che i due ciclomotori sono stati rubati solo pochi giorni fa. L’abbinamento alla rapina sulla Tiburtina è immediato ma è ancora tutto da accertare. E non sarà semplice, considerato che la banda si è mossa nel buio, quando la città è deserta, e ha evitato di lasciare tracce e di rendersi riconoscibile. Ma su questo stanno lavorando i carabinieri. Quanto alla vittima, dopo il colpo è arrivato lo choc, ed è stata soccorsa da un’ambulanza.

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