Aumentano i poveri la mensa non basta più

Il locale gestito dai volontari non riesce a ospitare tutti e si devono fare i turni La Caritas: «Vengono anziani soli e cinquantenni che hanno perso il lavoro»

MONTESILVANO. Il numero dei bisognosi cresce e il locale della mensa dedicata ai poveri non è più sufficiente ad accogliere tutti. Accade presso la parrocchia San Giovanni Bosco di Villa Verrocchio, dove ogni giorno si recano decine di persone per ricevere un pasto. A gestire il servizio nella parrocchia di don Giampietro Pittarello sono i volontari dell'associazione Progetto Incontro che fanno fronte a oltre 800 pasti a settimana, servendo 50-60 persone dal lunedì al venerdì e 80-90 nei fine settimana.

Diversi cittadini che a rotazione garantiscono la presenza costante di almeno 6 volontari a pasto, e che si occupano di cucinare, servire e pulire il locale. Si tratta di una sala con panche di legno e una cucina d'acciaio, ricavata in uno scantinato dell'edificio, che può accogliere solo 30 persone alla volta, costringendo i bisognosi ad attendere il proprio turno.

Tali condizioni di disagio, dettate dall'aumento delle persone assistite, sono state oggetto di una segnalazione da parte dai consiglieri comunali Gabriele Di Stefano ed Enea D'Alonzo. Segnalazione immediatamente raccolta dall'assessore comunale alle politiche sociali, Anthony Aliano, che accompagnato da Di Stefano, ha voluto verificare personalmente la situazione, attraverso un rapido sopralluogo, avvenuto ieri intorno alle 13. «Come amministratori di questa città abbiamo il dovere di intervenire il prima possibile», ha affermato Aliano, «per restituire dignità alle persone bisognose che vivono sul nostro territorio e che, purtroppo, sono costrette ad attraversare un momento, fortunatamente spesso solo temporaneo, di difficoltà economica».

Il Comune, spiega ancora l’assessore, intende «costituire un tavolo di concertazione con l’Azienda speciale per i servizi sociali e la Caritas con l'obiettivo di creare una rete per gestire in maniera più capillare il fenomeno». L'idea dell'amministrazione è quella di coinvolgere anche le numerose associazioni di volontariato presenti sul territorio e, se necessario, attivare forme di collaborazione con i privati. «L'iniziativa che ci coinvolge», ha aggiunto il direttore della Caritas don Marco Pagniello, «nasce anche con lo scopo di monitorare con maggiore precisione il fenomeno, avendo così una visione ben precisa delle varie situazione da prendere in carico. Ciò sarà possibile attraverso la creazione di una banca dati che ci consentirà anche di scovare qualche furbetto che, approfittando delle diverse realtà, fa il cosiddetto giro delle 7 chiese, per portare a casa quanto più possibile, a discapito degli altri».

Ma chi sono i poveri di Montesilvano? Si tratta per lo più di persone straniere, come spiegano i volontari, anche se negli ultimi anni, diversi italiani hanno iniziato ad usufruire della mensa. «Molti sono anziani che non possono contare sull'aiuto della famiglia», spiega don Marco, «ma sempre più spesso si rivolgono a noi cinquantenni che hanno perso il lavoro o che, essendo separati, non riescono a mantenere due famiglie».

Ad accrescere le file dei poveri c’è naturalmente la forte crisi economica. «Che il lavoro non si trovi», conclude don Marco, «lo dimostra il crescente numero di nordafricani, abituati per cultura a cavarsela sempre da soli, che ultimamente ci chiede aiuto». «Ho riconosciuto nella mensa persone che fino allo scorso anno non avevano problemi», svela con amarezza Di Stefano, «e che vedendomi, per imbarazzo, si sono nascoste. Invece a vergognarsi dovrebbe essere la politica che ha fallito e che, oltre a far fronte all'emergenza, deve creare nuovi posti di lavoro e ridare speranza al paese».

Antonella Luccitti

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