Aurore boreali sul cielo sopra il Gran Sasso
L'ateneo aquilano è impegnato in prima linea nello studio dei fenomeni di Space Weather, ossia l'area di ricerca che valuta il «tempo meteorologico» dell'intera eliosfera, aurore polari e tempeste...
L'ateneo aquilano è impegnato in prima linea nello studio dei fenomeni di Space Weather, ossia l'area di ricerca che valuta il «tempo meteorologico» dell'intera eliosfera, aurore polari e tempeste magnetiche comprese: fenomeni i cui effetti possono farsi sentire anche qui sulla Terra, con ripercussioni importanti. Sotto la lente dei ricercatori, l'eruzione di massa coronale (Cme) espulsa dal sole e diretta verso la Terra con l'impressionante velocità di circa 1.300 chilometri al secondo. Il fenomeno è stato registrato l’8 ottobre. La Cme ha impattato con il nostro pianeta il 10 ottobre alle 16, generando una tempesta geomagnetica di livello estremo. È la terza più forte degli ultimi 10 anni. Il risultato più spettacolare di questo enorme impatto è stato poter vedere le aurore anche fuori dalla nostra finestra. L'aurora ha illuminato i cieli sopra il Gran Sasso d'Italia. L'Università ha valutato gli effetti di questa tempesta geomagnetica. Giulia D'Angelo, assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze fisiche e chimiche (Dsfc) di Univaq, ha analizzato problematiche relative alle comunicazioni: «Forti disturbi sono stati registrati nelle comunicazioni satellitari e in quelle ad alta frequenz (Hf). Osservati anche disturbi nei segnali inviati dai satelliti della rete dei Global Navigation Satellite System di cui fanno parte la rete americana Gps e la europea Galileo». «Le reti elettriche nazionali e di tutta Europa», aggiunge il professor Mirko Piersanti del Dsfc di Univaq, « hanno subìto un grosso stress rischiando anche il black-out».