Automotive, Abruzzo pronto alle sfide

Transizione verde e innovazione tecnologica, le imprese puntano su qualità e formazione
CHIETI. Vincere le sfide della transizione verde e dell’innovazione tecnologica. E farlo attraverso la promozione di programmi di innovazione con Università e centri di ricerca, formazione in tecnologie di transizione e riqualificazione dei lavoratori in azienda. Questo l’impegno delle imprese dell’Abruzzo legate al settore auto. A Chieti si è tenuto un momento di approfondimento su punti di forza e sfide dell’automotive regionale. L’occasione è stata la presentazione dei risultati dell’indagine della Direzione Studi Intesa Sanpaolo tra le aziende di settore. A introdurre i lavori la relazione sul tema “Punti di forza e sfide future per la filiera dell’Automotive: i risultati di un’indagine ad hoc” tenuta da Giovanni Foresti e Rosa Maria Vitulano, economisti della Direzione Studi e Ricerche – Industry Research di Intesa Sanpaolo. A seguire, un momento di dibattito e approfondimento che ha visto protagonisti Roberto Gabrielli (Direttore Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo), Paolo Musso (Direttore Imprese Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo) e i rappresentanti delle imprese abruzzesi partecipanti all’indagine.
LE NUOVE OPPORTUNITà
Secondo la ricerca, «la filiera italiana dell’automotive si trova ad affrontare uno scenario caratterizzato da grande incertezza, ma anche da notevoli opportunità rappresentate da mobilità sostenibile ed economia circolare, guida autonoma, connettività, nuovi servizi alla mobilità, riduzione delle distanze di fornitura. Se da un lato è a rischio il futuro di una quota rilevante di piccoli produttori italiani attivi in filiera nelle motorizzazioni a combustione interna, dall’altro lato si possono anche aprire interessanti spazi di mercato, anche per le imprese italiane specializzate nell’elettronica o nell’elettrotecnica». Dall’indagine emerge un quadro confortante: «il sistema italiano appare nel complesso attrezzato ad affrontare le importanti sfide che avrà di fronte nel prossimo futuro, grazie a una solida “base di partenza”, caratterizzata, tra l’altro, da un’elevata diversificazione produttiva e da una buona dotazione di competenze ingegneristiche a livello territoriale. In Abruzzo, si osservano valutazioni più elevate sulle competenze informatiche ed elettroniche, mentre positive, ma inferiori alla media nazionale, sono le competenze in meccanica e nuove tecnologie 4.0». Le aziende intervistate, anche quelle abruzzesi, «sono consapevoli delle importanti opportunità dettate dal nuovo paradigma: in particolare il Made in Italy è conscio della necessità di dover stringere alleanze con altri player, in grado di facilitare il processo di riconversione della produzione, e di intensificare gli investimenti in innovazione e in valorizzazione del capitale umano. In Abruzzo i filoni di ricerca su cui sono state maggiormente interessate le imprese intervistate sono l’alleggerimento componenti, la riduzione di emissioni e le parti estetiche. Un elemento di interesse è rappresentato dalla significativa quota di operatori che interagisce con il mondo universitario. In Abruzzo i clienti e i fornitori di tecnologia assumeranno prospetticamente un ruolo più rilevante rispetto alla media del Mezzogiorno. La sfida della conservazione del know how e dei livelli di occupazione richiede grandi investimenti in innovazione, tecnologia e competenze. Tra le misure ritenute più importanti le imprese intervistate dell’Abruzzo – più di quanto emerso mediamente a livello italiano – hanno indicato al primo posto la promozione di programmi di innovazione con Università ed enti di ricerca, seguita dal sostegno alla ricerca applicata ma anche a quella di base. Sono ritenute strategiche anche le azioni dirette alla formazione di competenze in tecnologie di transizione e sarà necessario puntare anche sulla riqualificazione dei lavoratori in azienda».