Ballone in tribunale «Non c’entro nulla con l’omicidio Ceci»

22 Novembre 2013

Pescara, via all’incidente probatorio: prelevati i campioni di saliva all’ex della banda Battestini e agli altri due indagati

PESCARA. «Non sono stato io a uccidere Italo Ceci. Basta, non c’entro nulla con questa storia». Massimo Ballone si è sfogato, ieri mattina. Ha urlato la sua innocenza durante l’udienza che ha dato il via all’incidente probatorio per fare luce sull’omicidio del commerciante Ceci.

Ieri mattina, l’ex componente della banda Battestini è uscito dal carcere di Lanciano per tornare nell’aula 8 accompagnato dal suo avvocato Carlo Di Mascio e partecipare all’incidente probatorio. Nell’aula, c’era anche il perito che ha indossato i guanti di lattice e ha iniziato a prelevare alcuni campioni di saliva all’ex componente della banda Battestini Ballone, ma anche agli altri due indagati per l’omicidio: l’imprenditore edile pescarese Michele Rossoni e il giardiniere di Spoltore Mario Di Emidio finiti sul registro degli indagati per l’omicidio di Ceci, il pentito della banda Battestini ferito a morte il 20 gennaio 2012 da una calibro 38 mentre abbassava la saracinesca del suo negozio Color Quando in via Martiri Pennesi.

Il perito nominato dal gip, il maresciallo capo del Ris di Roma Valentino Di Tullio, ha prelevato un campione di saliva ai tre indagati per poter poi ricavare il loro Dna e compararlo con i reperti trovati sulla Fiat Punto rossa rubata usata dall’assassino e abbandonata a poche centinaia di metri dal negozio della vittima: un cerotto appallottolato e cicche di sigaretta sul tappetino dell’auto. Il perito avrà adesso 90 giorni di tempo per effettuare il confronto.

Ballone è recluso nel carcere di Lanciano dove sta scontando la pena di 4 anni per tentata rapina a un portavalori e si è sempre dichiarato estraneo al delitto di Ceci. Non è così, invece, per il pm Silvia Santoro che ha visto in Ballone il possibile “mandante” dell’omicidio del commerciante da cui hanno preso le distanze anche gli altri due indagati, l’imprenditore Rossoni, assistito dall’avvocato Luca Sarodi, e il giardiniere Di Emidio, assistito dall’avvocato Antonio Valentini. Nell’udienza di ieri, come chiesto dall’avvocato Di Mascio, è stata anche revocata l’ordinanza che disponeva un altro incidente probatorio per individuare eventuali tracce su tre bossoli rinvenuti e sequestrati a carico di ignoti dalla squadra mobile in uno scantinato di un condominio in via Raiale dove abita Rossoni. Il materiale è stato sequestrato a «carico di ignoti» perché quel seminterrato è di uso comune dei condomini della palazzina ed è per questo che l’avvocato Di Mascio si è opposto all’incidente probatorio sostenendo l’impossibilità di fare un confronto basato su un materiale sequestrato nei confronti di ignoti. Il pm si è riservato di chiedere un nuovo confronto sui bossoli e l’udienza è stata rinviata al 13 marzo. (p. au.)

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